SANITA'

Assalto al pronto soccorso: anziani parcheggiati in barella

Alle Molinette decine di pazienti in attesa di ricovero o di visita lasciati per ore in sistemazioni di fortuna. La denuncia del sindacato Nursind: "Occorrono assunzioni". L'assessore regionale Icardi: "Le aziende predispongano un piano ferie e si dotino di misure contro il caldo"

“Ridurre i posti letto negli ospedali per consentire al personale di andare in ferie dovrebbe essere l’estrema ratio”. Invece contrariamente a quanto sostiene l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, il quale non nasconde affatto “un problema di carenza di personale che produce da tempo tutti i suoi effetti negativi”, è diventata una prassi. Nelle piccole strutture di provincia, così come nel più grande polo sanitario d’Europa, la Città della Salute, dove “nel primo pomeriggio – come denuncia il sindacato Nursind – si contavano ancora alcune decine di anziani in attesa di ricovero da ore, sistemati sulle barelle e sparsi nei locali del Pronto Soccorso”. Una trentina sparsi anche nelle sale, di cui 17 di area medica, 3 cardiologici e 5 neurologici e una ventina in attesa di visita.

Molti accessi sono dovuti al caldo torrido di questi giorni, causa di problemi soprattutto per la popolazione avanti con gli anni. “Se è fin troppo ovvio ricordare che in estate fa caldo, dovrebbe essere altrettanto ovvio predisporre per tempo tutte quelle misure per fronteggiare quella che non dovrebbe, appunto, diventare un’emergenza”, spiega l’assessore. Il quale torna anche sulla questione del caldo nei reparti in molti casi dovuto a un insufficiente funzionamento degli impianti di condizionamento: “non credo sia logico scoprire delle carenze quando i condizionatori servono, ad aprile si fanno le verifiche e se occorre si interviene: si comprano dei condizionatori e se il problema è il sovraccarico elettrico si affittano dei generatori”.

Non dissimile l’approccio alla questione della riduzione del personale nel periodo estivo: “La predisposizione del piano ferie, ferie che non è previsto né dovuto siano tutte concentrate nello stesso periodo visto che la legge stabilisce un minimo di 15 giorni nel periodo estivo, spetta ai direttori generali che hanno gli strumenti per ridurre il più possibile i disagi per i pazienti”.

Disagi che, invece, si fanno sempre più pesanti come se le esperienze del passato non avessero insegnato nulla. “La situazione, già grave con pazienti in attesa anche per patologia neurologiche visto che anche in quel reparto sono stati ridotti i letti, è in forte peggioramento” spiega Francesco Coppolella segretario regionale di Nursind. “Alle 13 alle Molinette c’era soltanto più una barella disponibile nell’area triage, mentre era stato attivato il personale reperibile”.

Di fronte a “trenta ore di attesa per un ricovero” la gestione del complicato equilibrio tra l’erogazione di servizi e il godimento delle ferie del personale sembra mostrare più di un lato debole. “La chiusura dei posti letto ha dato come sempre il suo verdetto”, afferma ancora Coppolella aggiungendo che “Non bisogna essere dei maghi per capire che se tagli un posto letto senza creare alternative,  il paziente non può che finire parcheggiato su una barella. Senza contare, in questa situazione, l’aumento del rischio di errore da parte degli operatori”.

Come uscirne? “Non certo prendendo decisioni strampalate sulla pelle di operatori e cittadini. Il caldo si sa che arriva come si sa che in inverno arriva l’influenza – dice il sindacalista –. I posti letto si chiudono se ci sono alternative altrimenti si lasciano e se servono più infermieri li si assume subito. Quando si prendono certe decisioni bisogna pensare alle conseguenze e questo ci pare che non venga fatto”.

Dal sindacato degli infermieri arriva anche un appello alla nuova giunta regionale: “Deve dare subito un segnale importante in merito, non possiamo più permetterci di andare avanti in questo modo. Ci dicano subito come intendono affrontare il problema”.

Una parziale risposta la si può, forse, leggere nelle parole dell’assessore quando, pur riconoscendo le gravi difficoltà prodotte dalla carenza di personale, individua la riduzione dei posti letto nel periodo estivo come l’ultima possibilità. Un’eccezione, non una prassi.

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