BERLUSCONES

Forza Italia, la scissione fa paura

Dirigenti e parlamentari piemontesi con il fiato sospeso in attesa del faccia a faccia tra Berlusconi e Toti. Anche i seguaci del governatore ligure scongiurano la rottura. E tutti guardano a cosa deciderà Cirio. Napoli e Berutti saranno al Brancaccio

Parafrasando Gaber, in Forza Italia non sono pochi a pensare che libertà, stavolta, non sia partecipazione. Liberi di avere le mani libere qualunque cosa poi succeda e, dunque, meno inclini di ieri ad andare da Giovanni Toti domani. Questo, naturalmente, vale per quell’ampia maggioranza silenziosa azzurra che dopo l’apertura di Silvio Berlusconi alle istanze del governatore ligure e a una pace, pur molto precaria, ritrovata aveva pensato che tutto sommato non sarebbe stato poi così rischioso né compromettente sedersi in una delle file del Brancaccio e ascoltare, decidendo se applaudire o no.

Ieri pomeriggio qualcosa, però, è cambiato. Mentre si rincorrevano le voci su un incontro serale tra il Cav e il suo ex consigliere politico (che avverrà stamattina alle 11 a Palazzo Grazioli), con la consueta formula delle “fonti parlamentari azzurre” è arrivata una velina con dentro un segnale difficilmente equivocabile: “Nella riunione a Palazzo Grazioli con Silvio Berlusconi – riferivano le citate fonti – è emerso che i coordinatori regionali sono tutti per il rinnovamento, ma non per partecipare all'evento di Toti che appare nato contro il partito”.

A mezza via tra un avviso ai naviganti senza rotta e un segnale in codice, l’annunciata assenza dei vertici regionali del partito (tra i quali quello del Piemonte Paolo Zangrillo) alla convention totiana ha riportato la tensione in un partito che nel corso della stessa riunione dei coordinatori con il Cav aveva visto il numero due Antonio Tajani fissare per martedì la convocazione del tavolo per le regole del congresso a cui dovrebbero sedersi oltre allo stesso ex presidente del Parlamento europeo, le due capogruppo Mariastella Gelmini e Annamaria Bernini anche Mara Carfagna e lui, Toti. Accelerazione per confermare e avviare in fretta la linea chiesta al governatore ligure o mossa del cavallo per impedirgli di procedere, domani quindi tre giorni prima, a quello strappo che nessuno si sente di escludere con certezza?

È in questo caos azzurro, mica tanto calmo, dove di ora in ora cambia il clima e dalla brezza si passa alla tempesta, che le difficoltà crescono per chi non è apertamente con Toti o, al contrario, decisamente contro di lui. Supporter e detrattori sono posizionati da tempo e, pur con ovvie differenze, tengono il punto senza farsi troppe domande su che fare domani.

“Sono stato trai primi, se non il primo a dire fin dall’inizio che sarei andato ad ascoltare, perché ascoltare fa sempre bene” dice il deputato torinese Osvaldo Napoli, confermando la sua presenza al Brancaccio, “perché di fronte a un partito in oggettiva difficoltà, che pur avendo idee e proposte non riesce più a farle arrivare alla gente, bisogna cambiare. Meglio, assolutamente meglio, se si fa questo all’interno del partito”, aggiunge, spingendo più in là l’ipotesi di una scissione.

Non crede allo strappo, lacerante e definitivo, neppure Massimo Berutti, un altro parlamentare piemontese tra i certi all’appuntamento di domani: “Non mi pare sia affatto intenzione di Giovanni quella di rompere, semmai c’è da costruire in questa fase. Partendo dalle regole. Ovvio che dovrà essere un processo di cambiamento concreto, di finte innovazioni per lasciare tutto com’è questo partito non saprebbe che farsene e non si farebbe neppure mezzo passo in avanti”.

Fin qui i totiani con posto prenotato nel teatro che si prevede farà il pieno e tra i quali sembra ci sarà anche il capogruppo in Consiglio regionale Paolo Ruzzola, uomo vicinissimo a Napoli e alla deputata Daniela Ruffino, anche lei data tra i presenti al Brancaccio.

In questo quadro, complicatosi nelle ultime ore e che nessuno può escludere possa ancora mutare da qui a domani, l’attenzione non può che essere concentrata in Piemonte (ma non solo) su quel che farà Alberto Cirio.

La proverbiale cautela ed equidistanza del presidente della Regione sulla vicenda interna al suo partito che lo ha portato in queste settimane a non sbilanciarsi né in un senso né nell’altro sembra accentuarsi rispetto a quello che potrebbe riservare la convention totiana. E va ricordato come tra Cirio e Toti ci sia quella solidissima amicizia che, insieme a una non troppo celata condivisione di molte valutazioni del governatore ligure da parte del suo omologo piemontese, porta ad inserire quest’ultimo tra i più vicini all’uomo che se resterà nel partito lancerà un’opa, comunque per qualcuno ostile.

Una classificazione, quella di totiano pur con le dovute virgolette, che il presidente della Regione non rifiuta, tenendo però a ribadire in ogni occasione come senta suo il ruolo di pontiere, da esercitare anche in situazioni complesse come quella che vede distanti e divisi lo stesso Toti e Tajani, a sua volta uno dei primi e principali supporter della candidatura di Cirio.

Facile immaginare, dunque, come queste siano ore di un certo travaglio per il successore di Sergio Chiamparino alla guida del Piemonte per quanto riguarda la sua posizione nel partito che non può che dover fare i conti con il suo ruolo politico al vertice della Regione.

Per questo, nel non improbabile caso che la tensione di queste ore lo induca a non volare a Roma domani, la sua sarà una posizione da leggere con attenzione e senza trarre conclusioni affrettate. Parlando con i suoi avrebbe fatto riferimento a un ragionamento condiviso con il collega ligure sull’opportunità di evitare possibili reazioni con la sua partecipazione all’evento, stante la situazione attuale, senza per questo minimamente incrinare il rapporto con lo stesso Toti.

“Vediamo domani com’è il clima”, diceva ieri sera. E non si riferiva certo al caldo torrido di questi giorni. E’ semmai alla temperatura all’interno del partito, ventiquattr’ore prima di quella che si annuncia comunque una dimostrazione di forza da parte di Toti, che guarderà l’accorto Cirio prima di decidere.        

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