COMUNE DI TORINO

Ztl, Forza Italia chiede il referendum a Salvini

I deputati Porchietto e Giacometto si appellano al Viminale, mentre Appendino dice che sono in atto verifiche tecniche per valutare l'indizione della consultazione popolare. Il braccio di ferro continua

Prosegue il braccio di ferro sull’ampliamento della Ztl a Torino con l'introduzione del ticket d'ingresso nel centro. E mentre Chiara Appendino parla di approfondimenti tecnici per valutare la possibilità di indire un referendum, i deputati di Forza Italia si rivolgono direttamente a Matteo Salvini per chiedere che intervenga a sostegno della consultazione popolare. A intervenire sulla questione sono i parlamentari azzurri Claudia Porchietto e Carlo Giacometto, firmatari di una interpellanza rivolta al ministro dell’Interno. “Con l’iniziativa Torino Centro Aperto, che prevede la chiusura di una parte del centro con Ztl e ingresso a pagamento di 5 euro – affermano – la Giunta comunale torinese ha mostrato ancora una volta metodi da regime autoritario. Le organizzazioni dei commercianti, sul piede di guerra, denunciano un centro ormai deserto e il vero obiettivo della decisione: fare cassa prescindendo dalle sbandierate questioni ambientali”. “La decisione del M5s – aggiungono – è classista perché solo chi potrà permetterselo avrà l’accesso in centro, e allontanerà i cittadini dal centro di una città già in crisi”.

La maggioranza grillina ha dichiarato improponibile il referendum comunale sulla Ztl, contravvenendo allo Statuto comunale che prevede referendum abrogativi per le delibere di Consiglio e di Giunta. È stata la capogruppo Valentina Sganga ieri a scivolare sullo Statuto cittadino, costringendo la sindaca, oggi, a tirare il freno annunciando una “verifica tecnica”. Si cammina su un filo, un referendum potrebbe spazzare via definitivamente uno dei provvedimenti simbolo di questa amministrazione, per contro non concederlo potrebbe essere interpretato come un atto autoritario e allo stesso tempo un’ammissione di debolezza. “Vorrei scindere la questione politica dalla questione tecnica – sottolinea la prima cittadina – ci sono statuti e regolamenti che prevedono se sia ammissibile o no, non è una scelta politica”.

Un’altra buccia di banana è quella su cui è scivolato nei giorni scorsi il segretario generale del Comune Mario Spoto, il quale per giustificare la bocciatura del referendum sulla nuova Ztl ha spiegato che il regolamento non prevede la consultazione popolare per materie legate a tariffe e rifiuti. Così ha svelato la vera natura di un provvedimento che agli occhi di molti appare come un balzello con il principale obiettivo di fare cassa con il portafoglio dei torinesi. 

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