POLITICA & GIUSTIZIA

Altolà ai condannati in Regione

Il diktat di Cirio sugli staff degli assessori dopo la vicenda dell'ex poliziotto condannato e arruolato dall'assessore Chiorino. Panico tra i collaboratori in pectore che attendono sentenze definitive. E c'è chi cerca rifugio nei gruppi a Palazzo Lascaris

Chiunque abbia subito una condanna non potrà varcare gli uffici degli assessori regionali ed entrare a far parte dei loro staff. Il diktat è arrivato direttamente dal governatore Alberto Cirio, dopo che lo Spiffero ha pubblicato la notizia dell’ingaggio di un ex vice commissario della polizia, condannato per peculato e detenzione illecita di armi e munizioni, nel team dell’assessore a Lavoro e Istruzione Elena Chiorino. Il contratto era pronto, il collaboratore già stabilmente in una stanza di via Magenta, il nome inserito nell’elenco telefonico. Poi la veloce retromarcia e il suo declassamento a chauffeur che “saltuariamente” accompagnava l’esponente di Fratelli d’Italia durante i suoi trasferimenti da Biella a Torino e ritorno, “per amicizia e senza avere nulla in cambio”.

E forse non era neanche l’unica “assunzione” imbarazzante che stava per essere vagliata dall’ufficio del personale di piazza Castello. Di qui l’altolà del presidente della Giunta che a questo punto rischia di coinvolgere anche ex consiglieri regionali, coinvolti nelle varie Rimborsopoli, alla ricerca di un buen retiro negli staff degli assessori. Un modo per evitare polemiche di cui Cirio fa volentieri a meno e allo stesso tempo evitare di indisporre i giudici torinesi che sulla sua posizione riguardo alle spese pazze devono ancora pronunciare l’ultima parola (si attende il pronunciamento del gup).

L’effetto, in alcuni casi, è stata l’uscita di scena di alcuni dei diretti interessati, in altri il trasferimento, aumm aumm, negli organici dei vari gruppi del Consiglio regionale, che com’è noto godono di un certo livello di autonomia.

La decisione è controversa, anche perché per qualcuno rasenta la discriminazione. Per alcuni di coloro in attesa di ingaggio e con qualche pendenza con la giustizia (in particolare gli ex consiglieri regionali), infatti, la condanna non è ancora definitiva e in termini di legge sono a tutti gli effetti innocenti. Insomma, “una decisione illegittima di esclusione per una causa non prevista dalla legge” si lamenta qualcuno. Anche se pare trattarsi di una disposizione politica e che per questo attiene alla sfera dell’opportunità che può valutare autonomamente il capo politico della Regione.

print_icon