OPERE & OMISSIONI

Asti-Cuneo, ancora nulla di fatto

Sarebbe dovuto arrivare ieri, almeno secondo le rassicurazioni di Toninelli a Cirio, l'ok dell'Autorità dei trasporti. E invece tutto è rimandato a martedì. Gribaudo (Pd): "Regione complice del ministro". L'ultima parola spetta all'Europa

Domani è già ieri per l’Asti-Cuneo negli annunci di Danilo Toninelli. Mercoledì il ministro aveva indicato il giorno successivo come quello in cui dall’Autorità per la Regolazione dei Trasporti sarebbe arrivato il parere positivo al piano economico-finanziario e tariffario, ultimo passaggio – secondo il titolare del Mit – prima dell’approdo del dossier al Cipe per sancire la riapertura dei cantieri.

Di fronte a quelle “buone notizie” annunciate da Toninelli, il presidente della Regione Alberto Cirio, volato a Roma con l’assessore ai Trasporti Marco Gabusi, non si era risparmiato nell’entusiasmo e nell’apprezzamento per il “nuovo metodo di lavoro tra Regione, ministero e Anas. Il Piemonte non subisce le scelte ma partecipa e i cittadini piemontesi potranno, tramite la Regione, indirizzare i finanziamenti sulle opere che davvero servono a partire”. Erano ripartiti, lui e Gabusi, per Torino con quella rassicurazione del ministro: nemmeno 24 ore e dopo anni di blocco, si riparte per terminare la grande opera incompiuta. Ma ieri, come peraltro ampiamente prevedibile, dall’Authority che ha sede proprio a Torino non è arrivato nulla. Tanto basta per aggiungere l’ennesimo annuncio rimasto tale alla collezione fornita dal ministro grillino, ma anche per far dire alle opposizioni con la deputata cuneese del Pd Chiara Gribaudo che “Toninelli aveva annunciato che ieri sarebbero uscite buone notizie. Ma come da mesi a questa parte, su Asti-Cuneo registriamo il nulla assoluto”.

Per la parlamentare “l’incontro di mercoledì è stato totalmente inutile e la cosa grave è che Cirio tenti di nasconderlo parlando d’altro e legittimando le scelte suicide di Toninelli in Europa. Il governatore sa benissimo, perché lo ha seguito e festeggiato in prima persona due anni fa da eurodeputato, che il piano Delrio non si può modificare come vuole il Governo e che rischiamo soltanto altri anni di stop”. Al contrario è proprio il governatore a non sentirsi tradito dal ministro: da piazza Castello si fa sapere che si tratta di un ritardo di pochi giorni. L’Authority, il cui consiglio – l’organo cui spetta formulare il parere da inviare al ministero – si è riunito ieri ma dovrebbe tornare a riunirsi in una seduta straordinaria convocata ad hoc per l’Asti-Cuneo, martedì. Ricevuta questa rassicurazione, Cirio ha chiamato Toninelli il quale avrebbe deciso di posticipare di due giorni la convocazione del Cipe, in maniera tale da far approdare in quella sede il parere positivo – augurandosi sia tale, altrimenti tutto tornerebbe a complicarsi – dell’Authority.

Tappe forzate che lasciano presupporre, almeno nella visione del ministro e del presidente della Regione, la consapevolezza o comunque il forte auspicio che dall’Art arrivi un parere pienamente positivo e che non sia richiesta, come invece quasi sempre accade, una successiva interlocuzione tra con il ministero. “Siamo ottimisti, ma guardinghi – aveva detto l’altro ieri l’assessore Gabusi – aspettiamo le carte”. Ieri non sono arrivate, probabilmente succederà martedì. Ma su altre carte si parla ormai da mesi: quelle in cui dovrebbe esserci il disco verde da parte dell’Unione Europea, la cui attenzione è concentrata sul rischio di una violazione delle regole sulla concorrenza che potrebbe profilarsi nel caso in cui il diritto di subentro – la cifra che il nuovo concessionario deve versare all’uscente – fosse troppo elevato.

La linea del Governo, esplicitata in più di un’occasione da Toninelli, è quella secondo la quale per ripartire con i cantieri non serve nessun avallo dell’Europa. Lo stesso Cirio avrebbe di fatto confermato questa versione, spiegando che semmai quello di Bruxelles potrebbe essere un intervento a posteriori con l’apertura di una procedura di infrazione nel caso di violazione delle regole. Che, comunque, non sarebbe una buona cosa. Ma se l’Unione Europea non deve dare nessun parere, tantomeno autorizzazioni, perché il precedente piano di Delrio (poi cestinato dall’attuale Governo) era stato concordato proprio con Bruxelles? E perché, ancora nei mesi scorsi, è continuato un carteggio tra la Direzione generale per il mercato interno, l’industria, l’imprenditoria e le Pmi dell’Unione Europea e il Governo? “I nostri interlocutori – scrivevano i funzionari della rappresentanza italiana riferendosi proprio alla Direzione appena citata – hanno sollecitato l’invio delle informazioni relative all’analisi di congruità del cosiddetto valore di subentro”. Una sollecitazione che alla luce di quanto sostiene Toninelli, ma anche lo stesso governatore, apparirebbe a dir poco strana. Per comprendere se anche fuori luogo, basterà aspettare la riunione del Cipe, posticipata da Toninelli. Il ministro per il quale oggi è già domani.

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