GEOGRAFIA POLITICA

Autonomia, il Piemonte potrebbe rimetterci

Alla vigilia della giunta convocata da Cirio e di fronte allo stallo a livello nazionale, Napoli (Forza Italia) avverte: "Non possiamo pagare per altre Regioni. Si rischia di creare figli e figliastri". Occorre puntare sui costi standard senza ignorare la spesa storica

Seguire Lombardia e Veneto sul cammino dell’autonomia potrebbe costare caro al Piemonte. Mentre a livello nazionale tra i due contraenti del contratto di governo continua il braccio di ferro, provocando una situazione di stallo, da Torino arriva l’invito ai nuovi vertici della Regione di ponderare bene prima di agire. “La strada fin qui immaginata, cioè il conferimento di ampie deleghe a Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, sembra essere corretta da un lato, perché risponde a una precisa richiesta e a due referendum consultivi, ma, dall’altro lato, rischia di creare figli e figliastri fra le Regioni”, afferma Osvaldo Napoli di Forza Italia.

“Se è vero che i costi aggiuntivi, stimati in 2,4 miliardi comprendendovi l’autonomia nel campo dell’istruzione, o in 1,3 miliardi senza, saranno sostenuti tagliando i trasferimenti alle altre Regioni – spiega il parlamentare azzurro –, si rischia di accentuare gli squilibri tradizionali e mettere a rischio l’unità istituzionale. Né può valere il principio secondo cui le Regioni che godono di un gettito fiscale superiore alle spese possano trattenere automaticamente il surplus. Un trattamento di favore verso alcune Regioni non può essere causa di danno per altre Regioni”. Una situazione che non penalizzerebbe solo le regioni meridionali: “Mi chiedo perché mai il Piemonte o la Liguria o la Campania debbano perdere una quota dei trasferimenti pubblici per sostenere la giusta richiesta di autonomia da parte delle tre Regioni”.

Partendo da queste considerazioni, alla vigilia della giunta sul tema convocata dal governatore Alberto Cirio, Napoli lancia un monito a muoversi con i piedi di piombo: “Perché il conferimento di una piena autonomia regionale abbia successo e si riveli per quello che esso potenzialmente è, e cioè una fonte di risparmio per lo Stato e di maggiore responsabilità nel governo locale, è necessario muoversi con equilibrio – conclude il deputato forzista –. Quindi puntare verso una definizione dei costi standard senza ignorare la spesa storica. Come? Si può fare attraverso quel fondo di perequazione che deve accompagnare il passaggio dall’attuale sistema a un più funzionale sistema autonomista”.

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