POLITICA & GIUSTIZIA

Grattacielo della Regione, falso e peculato: 10 verso il processo

Chiusa l'indagine, iniziata lo scorso anno, nei confronti di dirigenti e funzionari pubblici e di amministratori di società fornitrici. Si ipotizza appropriazione indebita di oltre 15 milioni di euro di fondi regionali

Sono accusati di aver falsificato i registri della contabilità, sottraendo oltre 15 milioni di euro dalle casse della Regione Piemonte per materiale mai entrato nel cantiere del grattacielo che a Torino accoglierà i nuovi uffici regionali. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Torino stanno notificando l’avviso di conclusione indagini – che di norma precede il rinvio a giudizio – a due funzionari e due ex funzionari della Regione e sei amministratori di società ritenuti, a vario titolo, responsabili di abuso d’ufficio in concorso, inadempienza contrattuale in concorso, peculato in concorso e falso ideologico. Secondo l’accusa si sarebbero appropriati, falsificando i registri di contabilità, di euro 15.571.327,20 di fondi regionali liquidandoli alla consortile incaricata della costruzione dell’opera “Torre Regione Piemonte” per la fornitura e posa di materiale di fatto “mai” entrati in cantiere. Su dove sia finito il denaro ci sono ancora in corso accertamenti dei carabinieri.

L’indagine, coordinata dai pm Enrica GabettaFrancesco Pelosi, è quella iniziata lo scorso anno nei confronti di dirigenti e funzionari della Regione che, abusando della funzioni loro devolute nell'ambito della procedura contrattuale di costruzione del grattacielo, si sarebbero appropriati dei fondi regionali liquidandoli alla consortile incaricata della costruzione dell’opera. A finire nei guai sono Luigi Robino, funzionario della Regione che è stato responsabile dei lavori e Carlo Savasta, ex direttore dei lavori; Giancarlo Lui, Luciano Cagnata e Bianca Fascioli, dipendenti di una società fornitrice; la funzionaria regionale Maria Luisa Tabasso e l’ex dirigente Giuseppe Borgogno; Francesco Dragone, Carmelo Ballacchino e Paolo Rosa, rappresentati legali della società creata per la realizzazione della Torre.

Sono emersi profili di responsabilità anche a carico degli amministratori delle società coinvolte nella realizzazione dell’opera responsabili di inadempienza contrattuale, per aver fornito alla stazione appaltante piastrelle non conformi agli standard richiesti (prive del previsto trattamento con prodotti consolidanti e idrorepellenti e gravate da valori eccessivi di deformabilità sia sotto carico che a scarico avvenuto) e per tale motivo in buona parte lesionatesi nel tempo e già sottoposte a sequestro probatorio il 15 febbraio scorso.

Si tratta di un secondo filone d'indagine dopo che quello principale si era concluso il 27 febbraio scorso con l'assoluzione di sei imputati - tra cui anche l'ex presidente della Regione Piemonte Ezio Enrietti - accusati a vario titolo di corruzione, abuso d’ufficio e falso ideologico per le presunte irregolarità nelle procedure d’appalto inerenti la costruzione del grattacielo. La Procura aveva chiesto condanne comprese tra i 2 anni e 4 mesi fino a 3 anni e 4 mesi.

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