PERSONAGGIO

Morto Grosso, giurista e vice di Novelli

Figlio dell'ex sindaco democristiano di Torino, negli anni Ottanta entra nella giunta rossa della città. Vicepresidente della Regione e del Csm, ha seguito alcuni dei grandi processi d'Italia a partire dalla strage di Bologna

Carlo Federico Grosso, uno dei più noti avvocati penalisti italiani, è morto nella mattina di oggi, mercoledì 24 luglio, a Torino. Aveva 81 anni. A darne l’annuncio è stato il figlio Enrico che ha seguito le orme paterne nella professione legale e nella docenza universitaria come professore di diritto costituzionale. Grosso da qualche tempo soffriva di fibrosi polmonare che si è improvvisamente aggravata.

Figlio di Giuseppe, presidente della Provincia di Torino (1951-1965) e poi sindaco democristiano del capoluogo tra il 1965 e il 1968, ha alternato all’impegno di giurista quello politico: consigliere comunale, eletto come indipendente nelle liste del Pci dal 1980 al 1990, ricoprendo anche la carica di vicesindaco di Diego Novelli. Poi da 1990 al 1995 diventa vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte. Nel 1994 è diventato membro del Consiglio superiore della magistratura di cui è stato vicepresidente fino al 1998. Dal 1998 al 2001 ha presieduto la commissione ministeriale per la riforma del codice penale.

Sposato con Fernanda, nipote di Palmiro Togliatti, si è avvicinato al Pci negli anni Settanta invitato da Ugo Spagnoli e Luciano Violante a far parte del “Centro di Riforma dello Stato”, entrando in contatto con i più importanti penalisti italiani del calibro di Giorgio Marinucci e Carlo Fiore. Nella stagione della prima giunta rossa siede come consigliere di quartiere nella circoscrizione centro e nel 1980 fa il suo ingresso in Sala rossa dove rimane fino al 1990 per passare poi in Regione.

Formatosi alla scuola giuridica dell’Ateneo subalpino sotto il magistero di Mario Allara, professore di diritto civile, Paolo Grego docente di diritto commerciale, di Norberto Bobbio, insegnante di filosofia del diritto, e di Marcello Gallo, docente di diritto penale, nella veste di avvocato ha preso parte ai più importanti processi italiani. Ha rappresentato la parte civile nel processi per la strage di Bologna e per quella del Rapido 904 ed è stato il primo difensore di Annamaria Franzoni nel processo per il delitto di Cogne oltre che di Calogero Mannino per la accuse sulle trattative tra Stato e mafia.

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