ALTA TENSIONE

I No Tav alzano il tiro: "Battaglia in tutti i modi"

Suonano minacciose le parole dei leader del movimento valsusino dopo il via libera di Conte all'opera: "Non conosce la nostra determinazione. Sarà un problema di ordine pubblico". Prove generali sabato prossimo alla camminata verso il cantiere di Chiomonte

I No Tav preparano la rappresaglia. «Dopo la diretta Facebook del Presidente Conte c’è finalmente chiarezza e come abbiamo sempre sostenuto: amici dalle parti del governo non ne abbiamo mai avuti. La manfrina di tutti questi mesi giunge alla parola fine e il cambiamento tanto promesso dal governo, getta anche l’ultima maschera, allineandosi a tutti i precedenti». È quanto scrive il movimento che si oppone alla Torino-Lione in un comunicato a seguito del via libera all’infrastruttura arrivato ieri dal premier Giuseppe Conte. Secondo il Movimento della Val Susa «è dal 2001 che risentiamo le solite parole da parte dei vari presidenti del Consiglio, e quelle oggi di Conte, anche se condite dalla “responsabilità del padre di famiglia”, non sono altro che la solita dichiarazione di chi cambia tutto per non cambiare niente, tenendo in piedi un dibattito in questi mesi, che è sempre stato ambiguo negli atti concreti, e questo è il risultato».

Per i No Tav si tratta di «una scusa per mantenere in piedi il governo e le poltrone degli eletti, sacrificando ancora una volta sull’altare degli interessi politici di pochi, il futuro di molti». Nel mirino c’è, ovviamente, il premier accomunato ai Cinquestelle in quello che ai loro occhi suona come alto tradimento. «Conte fino a poco tempo fa si era detto convinto che quest’opera non serviva all’Italia perché troppo costosa per i benefici – spiegano –. Aveva letto bene l’analisi consegnatagli dalla commissione nominata, ed ora ha cambiato idea, fulminato sulla via di Damasco da promesse di finanziamenti europei o da equilibri politici da mantenere? Abbiamo sempre definito il sistema Tav il bancomat della politica ed è solo di oggi la richiesta di arresto per il direttore della Cmc che è il general contractor della Torino-Lione. Un piccolo esempio di cosa abbia scelto il presidente Conte, altro che interessi degli italiani!», aggiunge il movimento.

Il presidente del Consiglio «dimostra di non conoscere la determinazione del movimento No Tav», si afferma perentoriamente ancora sui siti web di area. Nel testo si legge fra l’altro che Conte «sa che si creerà un problema di ordine pubblico», «ha ben chiaro» che «perderà tanti voti e rispetto politico» ma «non conosce la determinazione del movimento No Tav». Parole che suonano piuttosto minacciose, soprattutto in vista della manifestazione in programma sabato prossimo a Chiomonte.

Tensione alle (5) stelle come testimoniano le dichiarazioni di uno dei capi dell’ala antagonista, Lele Rizzo, leader di Askatasuna: «Lo abbiamo sempre detto che non abbiamo governo amici e quello che è successo ieri è un’ulteriore dimostrazione – sottolinea –. Le parole del premier Conte sono un atto politico molto chiaro che va verso le braccia di Salvini per tenere in piedi il governo e salvare la faccia ai 5 Stelle perché sappiamo che se si va in Parlamento tutti voteranno a favore, eccetto i Cinque Stelle che potranno dire di aver fatto il possibile. Tutto questo per noi è inaccettabile». Per quanto riguarda il Movimento, aggiunge, «per ora non cambia nulla, continuiamo sulla nostra strada convinti di riuscire a fermare l’opera e di non essere minoranza nel Paese, dunque proseguiremo con la nostra battaglia in tutte le sue forme». In tutte le sue forme, a partire da «sabato, la passeggiata al cantiere nell’ambito del festival dell’Alta Felicità sarà l’occasione per portare più persone possibili al cantiere per far vedere loro di cosa stiamo parlando», conclude Rizzo.

Si abbarbica al rispetto dei patti, invece, Francesca Frediani, capogruppo M5s a Palazzo Lascaris: «Il contratto prevedeva la costi benefici: si è fatta e ha dato esito negativo. Ora si rispetti il contratto. E se si decidesse di andare al voto in aula si ricordi che, sempre secondo il contratto, una parte non può mettere l’altra in minoranza». Ma l’esponente valsusina pur piuttosto scettica confida ancora (poco) nella capacità dei grillini di metrtersi di traverso e scongiurare il via libera. «Quella che abbiamo sentito ieri sera è la posizione di Conte. Ora aspetto la posizione politica del mio MoVimento. Quel M5s che è No Tav da sempre».

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