PUTINIANI CASALINGHI

Ricca e Benvenuto nella rete di Savoini

Era il 2015: la presentazione a Palazzo Lascaris dell'associazione "Piemonte-Russia", davanti a tutto lo stato maggiore leghista. Negli organi dirigenti anche l'attuale assessore regionale e il deputato torinese che potrebbero così rinverdire la memoria a Salvini

C’è anche il Piemonte nella rete di Gianluca Savoini, l’ambasciatore della Lega a Mosca, cinghia di trasmissione tra Vladimir Putin e Matteo Salvini, almeno secondo le inchieste giornalistiche. Nel giorno in cui il premier Giuseppe Conte riferisce in Senato su Moscopoli e mentre il capo del Viminale continua a bigiare il Parlamento per evitare una discussione quantomeno sdrucciolevole, riemerge dalle cronache di quattro anni fa quell’associazione Piemonte-Russia, presentata in pompa magna a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale, nel giugno del 2015. In una nota i promotori la definiscono “apartitica” ma con idee molto precise “che si possono riassumere in tre parole: Identità, Sovranità, Tradizione”.

Erano gli anni del massimo splendore renziano, la Lega era ancora ben lontana dai fasti attuali, ma intanto il Capitano tesseva la sua tela, nazionale e come sapremo poi pure internazionale. In via Alfieri a officiare la cerimonia c’era pure Savoini, presentato allora come presidente dell’associazione gemella Lombardia-Russia che i piemontesi si precipitarono a ringraziare “per il grande sostegno che ci ha permesso di poter presentare l’Associazione nel nostro Piemonte”. Una sorta di gemellaggio in nome della grande madre Russia. Un soggetto autoproclamatosi apartitico, ma che nei suoi organismi direttivi era zeppo di politici e tutti, accidentalmente, leghisti. Lo era Matteo Beccuti, presentato allora come presidente dell’associazione, lo era Fabrizio Ricca, capogruppo al Comune di Torino e oggi pure assessore regionale, designato allora alla carica di segretario-portavoce, così come l’attuale deputato (allora consigliere regionale e segretario d’aula) Alessandro Benvenuto, inserito nel direttivo, e Marco Racca, leader piemontese di CasaPound, primo tesoriere. Che ricoprano ancora questi ruoli non è dato saperlo anche perché il sito internet dell’associazione è oscurato e la pagina facebook agonizza senza follower né notizie.    

Eppure non mancavano nobili propositi ai promotori: “Il mondo attuale, perso in un delirio mondialista, è la negazione del mondo tradizionale come noi lo abbiamo conosciuto e la Russia pare oggi l’unico baluardo e l’unico faro verso cui guardare con speranza” si leggeva in un comunicato stampa dal vago sapore no global. “Nel nostro piccolo – proseguiva la nota – cercheremo di far conoscere la Russia e la sua attualità per quel che sono, dando le notizie che gli altri censurano”. Insomma, spirava un vento di libertà, almeno nelle intenzioni di un’associazione che da allora si è inabissata lasciando perdere le tracce. Un altro tassello di un mosaico in cui emergono chiaramente i rapporti tra Savoini e la Lega. Che tutto ciò avvenisse all’oscuro di Salvini?

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