PALAZZO LASCARIS

I leghisti fanno i bulli, bagarre in Consiglio

Governatore preoccupato per la conduzione dei lavori d'Aula. L'assemblea si trasforma in una bolgia, con il presidente Allasia in stato confusionale. Il capogruppo del Carroccio Preioni mostra i muscoli e Chiamparino perde le staffe

Al netto delle polemiche, la bagarre scoppiata in Consiglio regionale attorno al Barattolo, il mercatino di libero scambio che si tiene a Torino, nell’area di San Pietro in Vincoli, non lontano dal Balon e da Porta Palazzo, non è di buon auspicio per la legislatura, peraltro al suo esordio. L’epilogo, tra urla e accuse reciproche, è la disfatta di una gestione d’aula fallimentare che ha come principale responsabile il presidente Stefano Allasia, protagonista, assieme al capogruppo della Lega Alberto Preioni, di una condotta muscolare che alla lunga rischia di impantanare l’amministrazione.

Lo sa bene Alberto Cirio che, per sua natura, è uomo di mediazione e compromessi, abile nel farsi concavo o convesso a seconda delle esigenze, per indole e scuola politica a preferire il buon senso alle sparate: un modello politico che vorrebbe estendere alle dinamiche di Palazzo Lascaris dove invece siamo già al muro contro muro, alle ripicche, in un clima immotivatamente infuocato visto che di fatto l’attività amministrativa ancora fatica a decollare e di leggi da discutere e approvare non se ne vedono all’orizzonte, se si esclude il rendiconto di bilancio. Criticato e riportato nei ranghi dopo l’intervento d’esordio in aula, giudicato troppo consociativo e ammiccante verso la sinistra, ora il presidente della giunta osserva i suoi alleati ingaggiare inutili corpo a corpo nell’arena consiliare ed è lui a provare scoramento misto a disappunto come riporta chi ha registrato un suo sfogo.

Allasia, si sa, è personaggio naïf, già caduto nella sua carriera parlamentare in colpi di testa e scontri al limite del consentito. Preioni incespica tra soggetto e predicato, parla spesso a vanvera al punto che in mattinata aveva già fatto perdere le staffe a Sergio Chiamparino che ha ricordato a tutti che “qui non siamo al bar sport”. Gli applausi, irrituali nella sobria aula di via Alfieri, a ogni sboronata sparata dai banchi della maggioranza e le continue deroghe a quelli che Preioni definisce “i codicilli” vengono vissuti con crescente disappunto dai banchi di opposizione senza la quale chi è vecchio di questi boschi sa bene che non si governa.

Ieri il tappo è saltato quando il presidente Allasia, dopo aver annunciato al mattino la volontà di concentrare in un'unica discussione i vari ordini del giorno cambia idea e lo comunica in una successiva riunione dei capigruppo, svoltasi nel pomeriggio: l’atto presentato a nome della maggioranza di centrodestra da Maurizio Marrone sarà discusso separatamente da quelli della sinistra. Il vicepresidente dem Mauro Salizzoni non proferisce parola, i gruppi si adeguano non senza palesare qualche rimostranza. Alle 18, per prassi, il Consiglio si deve chiude, la presidenza decide di discutere solo l’odg di Marrone ma a metà del dibattito il tempo scade. Tutti a casa? No, “mi riservo di andare avanti” annuncia Allasia facendo saltare una consuetudine che durava da tempo. Uno sgarbo. Il Pd insorge, Allasia va in stato confusionale, il capogruppo azzurro Paolo Ruzzola e Preioni inveiscono. Marrone fiuta l’aria e prova a spingere sull’acceleratore. A cercare una mediazione ci provano gli assessori Andrea Tronzano e Roberto Rosso, già ribattezzati Cric e Croc: quest’ultimo si dice disponibile ad adottare in giunta il dispositivo di Fratelli d’Italia, presentato da Marrone. Allasia non sa più che pesci prendere. Il Consiglio si chiude così. Daniele Valle (Pd) parla di “farsa”, sottolineando come “sul tema del cosiddetto suk non serviva un pretestuoso ordine del giorno, bastava una delibera di giunta”. Invece “abbiamo visto l’assessore Rosso sconfessare il suo sodale di partito Marrone e il presidente Allasia finire preda di uno stato confusionale”. Gli risponde a stretto giro l’assessore alla Sicurezza Fabrizio Ricca, dopo una giornata a cercare di intestarsi lo sgombero dell’ex Moi: “Il consigliere Valle è preoccupato per il futuro del suk? Non dovrebbe perché il mercato abusivo sarà superato”.

Il meglio, però, deve ancora arrivare, giacché l’obiettivo di Allasia è di chiudere il Consiglio per ferie già dalla prossima settimana e per farlo ha convocato la prossima seduta per domani, giovedì: proposta anche questa irrituale, poiché le sedute dell’aula devono essere convocate con tre giorni di anticipo, se non “in condizioni di indifferibilità e grave urgenza” che a quanto illustrato da Allasia si configurano nel rischio di avere i funzionari del Consiglio in ferie a partire dalla prossima settimana. I funzionari o i politici? Raccontala giusta presidente!

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