LA NUOVA REGIONE

Lo "strano" staff dell'assessore

Il titolare dell'Agricoltura, il leghista Protopapa, arruola due suoi conterranei che, guarda caso, sono pure gli ex direttori di associazioni del settore. Sono pensionati, quindi dovranno lavorare gratis, a maggior ragione la scelta pare inopportuna. Ecco perché

Braccia rubate alle associazioni dell’agricoltura. Per il suo dream team da piazzare in corso Stati Uniti Marco Protopapa, il leghista di Acqui Terme approdato al vertice di un assessorato che pareva essere destinato nello schema di Riccardo Molinari al suo compagno di partito e conterraneo Daniele Poggio, ha raccolto fior da fiore nel mondo delle rappresentanze di categoria.

Se il suo predecessore, il piddino Giorgio Ferrero, era arrivato sulla poltrona di assessore dopo essere stato al vertice di Coldiretti astigiana, Protopapa che per professione si occupa di perizie e consulenze in ambito agricolo, ha portato in fretta nel cuore del suo assessorato pensionati di rango delle associazioni di categoria.

Nello staff arriva Carlo Ricagni, appena dismessi i panni di direttore per la provincia di Alessandria della Cia, Confederazione italiana agricoltori, vestiti per trent’anni. Ma non da solo: in un’evidente spartingaia dal neppure troppo vago sapore di polizza assicurativa contro grandinate al primo temporale, l’assessore leghista ha pure portato con sé un altro ex direttore, Valter Parodi, a lungo al vertice operativo di Confagricoltura in terra mandrogna. A quanto pare lavoreranno gratis. come del resto impone la legge.

A parte la provenienza territoriale in comune con l’assessore è soprattutto l’appartenenza a quelle associazioni che con la Regione hanno un dialogo, ma spesso anche posizioni conflittuali (com’è capitato per la questione dei fondi europei e il complesso iter per il loro utilizzo) a stupire, almeno un po’.

Tra ingaggi oggettivamente troppo onerosi e il non riconoscere neppure un becco di euro, dovrebbe esserci una giusta via di mezzo. Anche per fugare dubbi e sospetti, sicuramente infondati, che l’approdo all’assessorato all’Agricoltura non di due militanti del partito che lo occupa, ma di altrettante figure di spicco delle associazioni di categoria potrebbe alimentare.

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