CRISI DI GOVERNO

Assessori e consiglieri della Lega: "Mattarella, facci votare subito"

Membri della giunta Cirio ed eletti a Palazzo Lascaris si rivolgono al Capo dello Stato: "Stiamo vivendo un momento difficile e abbiamo bisogno di avere un governo con maggioranza stabile. Dia la voce al popolo per eleggere un nuovo parlamento"

Per cercare di dare una mano al loro leader, Matteo Salvini, finito in un cul-de-sac, gli esponenti di primo piano della Lega piemontese si rivolgono niente meno che al Capo dello Stato. Andare subito al voto per avere un governo che risponda alle difficoltà del Piemonte: è questo il cuore dell’appello che gli assessori e i consiglieri leghisti della Regione hanno inviato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “La Regione Piemonte – scrivono – purtroppo, sta vivendo un momento difficile e gli indicatori certificano uno stallo e stagnazione economica che mette in difficoltà la crescita delle nostre imprese”. “Le politiche conservatrici della precedente amministrazione regionale e le politiche di sviluppo economico, poco efficaci come il reddito di cittadinanza, proposte dall’attuale governo non hanno sortito effetti positivi di crescita economica. Pertanto vogliamo esprimere, attraverso il nostro ruolo istituzionale e democratico, l’esigenza di avere un nuovo governo con maggioranza stabile, che duri almeno cinque anni, nel più breve tempo possibile e quindi ci affidiamo alla suo saggio ruolo di garante della democrazia chiedendole di dare la voce al popolo italiano affinché possa votare ed eleggere un nuovo parlamento”. Il documento è firmato dagli assessori regionali Fabio Carosso, Matteo Marnati, Luigi Icardi, Fabrizio Ricca, Vittoria Poggio, Marco Protopapa, Chiara Caucino, dal presidente del consiglio Regionale Stefano Allasia, e dal capogruppo della Lega, a nome di tutto il gruppo, Alberto Preioni. Insomma, dopo lo striscione su Bibbiano appesso sulla facciata del palazzo della giunta, la Lega torna a marcare il perimetro del governo regionale, gettando tutto il suo peso di azionistra di maggioranza. Una condizione che, almeno ufficialmente, pare non impensierire il presidente forzista Alberto Cirio che sarebbe stato avvertito della mossa dei suoi assessori, limitandosi a consigliare linguaggio e modalità istituzionali. Anzi, a detta degli stessi promotori il governatore avrebbe espresso condivisione, pur senza sottoscrivere la lettera.

Si tratta di un’iniziativa «non solo inusuale ma in palese contrasto con la nostra Costituzione» a giudizio di Radicali e lista +Europa. «Se infatti oggi il Presidente della Repubblica sciogliesse le  camere senza attendere la sfiducia parlamentare e, soprattutto, senza verificare la possibilità della nascita di un nuovo Governo che abbia una maggioranza parlamentare, farebbe un'azione contraria al dettato costituzionale», spiega Igor Boni. Per Giulio Manfredi è «un vergognoso e inammissibile uso strumentale delle istituzioni regionali per fini di parte. I leghisti piemontesi prefigurano quello che sarà l’uso strumentale delle istituzioni da parte di Salvini se assumerà i “pieni poteri” da lui auspicati».

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