LA SACRA RUOTA

Fca-Renault, "sensali" all'opera

Se ufficialmente nessuno ammette i contatti, proseguono gli attestati pubblici di stima reciproca e gli ambasciatori continuano a lavorare sotterraneamente a un nuovo accordo. Il ruolo del governo francese. Il titolo del Lingotto cresce a Piazza Affari

Se contatti ufficiali vengono smentiti da entrambe le parti, le manovre sotterranee sarebbero ancora piuttosto fitte. Il matrimonio tra Fca e Renault è ancora possibile e le nuove ipotesi di un riallacciamento dei rapporti spingono il titolo del Lingotto a Piazza Affari: a fronte di un settore europeo dell’auto in calo, le azioni del gruppo sono salite dello 0,88% e si sono riportate vicino alla soglia dei 12 euro. A far ripartire la suggestione che un matrimonio sia ancora possibile è un’intervista di Martin Vial, che guida l’ente che gestisce le partecipazioni dello Stato francese, in cui Parigi ha aperto a eventuali cambiamenti nell'alleanza fra la casa della Losanga e gli alleati giapponesi di Nissan, basate su un sistema di partecipazioni incrociate che da mesi è al centro di colloqui fra i due gruppi. Al momento, aveva detto nei giorni scorsi Vial, trattative ufficiali fra Fca e Renault non ce ne sono, ma al tempo stesso continuano a farsi sentire fra gli addetti ai lavori voci di contatti sottotraccia fra Torino e Parigi dopo il matrimonio sfumato.

Le due case automobilistiche, forti anche del rapporto personale che si è creato nel corso dei mesi di trattative fra i due presidenti John Elkann e Dominique Senard, al di là delle posizioni ufficiali, hanno sempre mantenuto un canale aperto. Una riduzione della quota del governo nell'azionariato di Renault, unita a un ribilanciamento delle partecipazioni incrociate fra il gruppo francese e Nissan, potrebbero riaprire la partita. Il progetto presentato da Torino, dal punto di vista dei giapponesi, ha anche un altro grosso vantaggio: con la creazione di una holding in Olanda, infatti, Tokyo potrebbe far pesare il suo 15% nella casa della Losanga, i cui diritti di voto sono attualmente congelati. Anche i due manager che guidano operativamente i gruppi - Mike Manley per Fca e Thierry Bollorè per Renault - nelle ultime settimane hanno avuto modo di tornare sull’operazione sfumata la scorsa primavera a un passo dal via libera. “Non abbiamo mai visto un progetto così sinergico, e creatore di valore a beneficio di Renault. Mai”, aveva spiegato Bollorè a fine luglio, mentre Manley al Financial Times aveva detto che “la logica industriale che prevaleva prima esiste ancora” e che “se le circostanze dovessero cambiare, allora forse i sogni potrebbero unirsi e le cose potrebbero accadere”.

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