OPERE & OMISSIONI

"La Tav si fa" e al M5s va bene così

Il ministro De Micheli conferma che il nodo politico sulla Torino-Lione ormai "è sciolto". A Palazzo Lascaris si chiama Frediani l'ultimo giapponese che ancora crede di bloccare l'opera

La discussione non è neanche più all’ordine del giorno, è una “questione chiusa” come ha ammesso la sindaca di Torino Chiara Appendino. La conferma arriva oggi dal ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli: la Tav “si farà”. “Ovviamente è un dossier che ha avuto un percorso faticoso in questi quattordici mesi, ma adesso stiamo andando a individuare le eventuali questioni amministrative da sbloccare per accelerare ulteriormente. Sul piano politico - ha concluso - questo nodo è definitivamente sciolto”. E a questo punto un altro nodo rischia di stringersi al collo dei grillini torinesi e della Valsusa, una volta ammainata la bandiera sotto la quale hanno combattuto per tanti anni. Che senso ha restare nel M5s? Se lo chiede da mesi anche Francesca Frediani, capogruppo del partito di Luigi Di Maio in Consiglio regionale, valsusina e No Tav a oltranza. Finora lei ha continuato a raccontare e a raccontarsi che la questione Tav fosse “aperta” per evitare di dover prendere decisioni conseguenti: ha promosso appelli ai parlamentari piemontesi e anatemi contro i partiti del Sì, ma ora che il supertreno è lanciato lungo i binari che portano da Torino a Lione che farà? Resterà nella compagine grillina? Farà le valigie?

Frediani, a ben vedere, veste ormai da sola i panni dell’ultimo giapponese sull’isola di Lubang: il senatore Alberto Airola da giorni è impegnato a promuovere il nuovo governo con il Pd, mentre Jessica Costanzo, deputata di Castiglione Torinese, le dà manforte più per dovere di firma che per convinzione di poter ancora cambiare le cose: “L’uscita della ministra che non si è ancora insediata, è inopportuna. Non siamo scesi a compromessi con la Lega, non dobbiamo farlo col Pd. La mia posizione non cambia. Il Tav, con noi al governo, non deve essere fatto. Ci sono molte altre opere e cantieri da sbloccare con urgenza, si lavori per le reali priorità degli italiani”. In Sala Rossa, la maggioranza di Appendino ha trovato di meglio su cui litigare tra rimpasti e nomine; lo stesso Di Maio ha ormai eliminato la Torino-Lione dalla sua agenda e dai suoi dieci, venti o trenta punti. “Il Pd ha da subito iniziato ad esternare sul Tav, mentre nel M5s si evita accuratamente il tema. Davvero pensiamo che la questione sia chiusa?” si chiede ancora Frediani dalla sua pagina facebook. “Ma dove sono i portavoce che in questi anni sono venuti in Valle a manifestare la loro contrarietà all’opera? Davvero vi siete arresi?”. Sì Francesca, e da mo’.

print_icon