CORSO REGINA

Direttore della Sanità, Regione in alto mare

Cirio e Icardi si lasciano scappare Schael. Il manager tedesco apprezzato per le sue competenze e temuto per l'intransigenza va in Abruzzo. La scelta ora si complica. Serve un tecnico di comprovata esperienza capace di muoversi nei meandri del ministero

Addio all’ipotesi di avere il tedesco al vertice operativo della sanità piemontese. Thomas Schael, il manager per il quale l’assessore Luigi Icardi aveva da tempo pensato a un ritorno in corso Regina, andrà a dirigere l’Asl di Chieti, costringendo l’amministrazione regionale a rinunciare a un’idea – quella di poter affidare la direzione all’uomo noto per la sua capacità di far quadrare i conti e non meno per la sua non nascosta intransigenza – che pareva piacesse anche allo stesso governatore Alberto Cirio che “il tedesco” non lo ha mai conosciuto, ma ne ha sentito parlare in termini positivi da più d’uno del suo partito e tra la dirigenza di corso Regina.

Di certo se il titolare della Sanità nella squadra di Cirio avesse proposto Schael avrebbe trovato la strada spianata dalle parti di Forza Italia dove anche ascoltati dirigenti con indiscutibile esperienza amministrativa come l’attuale senatore Gilberto Pichetto in più occasione hanno espresso apprezzamento per l’ingegnere laurato ad Acquisgrana divenuto in pochi anni uno dei nomi più noti tra i manager della sanità e con un curriculum fitto di incarichi da Nord a Sud del Paese.

Apprezzato e temuto, Schael ha sempre diviso camici bianchi e dirigenti del settore. Fuor di dubbio che se alla notizia della sua chiamata in Abruzzo, in Piemonte c’è chi si morde le dita e chi stappa bottiglie. L’uscita di scena del tedesco certo complica non poco il quadro che dovrà essere completato nel giro di pochi mesi per individuare il successore di Danilo Bono. Il tentativo di restare al suo posto ancora per un paio d’anni facendo leva sul contratto rispetto invece a quanto stabilito dalla legge Madia, ovvero il pensionamento al compimento del 65 anni, sembra avere poche chance per l’ex numero uno del 118.

Riuscendo a conservare al Piemonte il coordinamento della Sanità nella Conferenza delle Regioni, il centrodestra ha ottenuto un risultato insperato, ma che impone poter contare su un direttore che abbia rapporti e consolidate conoscenze nell’ambito ministeriale e in quelle strutture, a partire da Agenas, con cui rapportarsi in maniera costante a supporto dell’azione politica dell’assessore. È stato così per Antonio Saitta, con Fulvio Moirano prima e con l’ex direttore generale del ministero Renato Botti poi. Un profilo che ancora non possiede il giovane dirigente dell’Asl cuneese Fabio Aimar la cui chiamata in corso Regina da parte dell’assessore aveva lasciato immaginare una sua possibile designazione a capo della macchina sanitaria, quando però ancora il Piemonte era in ballo per quella importante e impegnativa poltrona romana.

Le carte in regola per muoversi nei meandri della sanità nazionale, Sergio Morgagni già direttore regionale con il centrodestra di Roberto Cota e nome che circola, le avrebbe. Ma è la carta d’identità a rappresentare un possibile problema per il dirigente che non ha mai fatto mistero della sua collocazione nel centrodestra: Morgagni compirà 65 anni nel 2012. Come dimostra la questione aperta di Bono la legge Madia non sembra lasciare spazi di manovra. Lo stesso Moirano lasciò in anticipo corso Regina per poter assumere un incarico nell’Asl sarda poiché nelle aziende si può rimanere fino alla fine del contratto anche superando il limite di età, cosa non consentita ai direttori regionali. E se Icardi non ha cambiato idea sul volere un direttore che abbia modo di restare per tutta la legislatura, anche per Morgagni la porta potrebbe considerarsi chiusa. Per nulla, la non facile, ricerca del direttore. Anzi. 

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