PALAZZO CIVICO

"Pisano lasci subito il Comune"

Da maggioranza e opposizione il pressing per costringere la neo ministra a dimettersi da assessore della giunta Appendino. Lo Russo (Pd) pensa a una mozione di sfiducia, grillini in fibrillazione. Domani in Consiglio il redde rationem

“Almeno risparmi a Torino l’onta di un assessore a metà”. A poche ore da un Consiglio comunale atteso come l’ennesimo redde rationem tra Chiara Appendino e l’aula, il capogruppo del Pd Stefano Lo Russo chiede formalmente le “dimissioni” di Paola Pisano, appena nominata ministro all’Innovazione del Conte bis. Se l’assessora, vicinissima ad Appendino e tra le più accreditate a rilevarne il testimone nel 2021, dovesse continuare a tenere i piedi in due scarpe allora si aprirebbe l’ennesimo caso politico e lo stesso numero uno della formazione dem non esclude una mozione di sfiducia da utilizzare come spada di Damocle, così come avvenne quando la sindaca ritirò le deleghe a un altro componente della sua giunta, Federica Patti. “Non so se a Torino qualcuno si accorgerà della differenza tra l’averla e il non averla. In ogni caso, sarà bene che la Pisano concentri le sue energie sul nuovo livello nazionale – attacca l’esponente dem – che si dimetta. Avrebbe già dovuto farlo per decenza e rispetto di una città e dei suoi cittadini”.

Insomma, l’uno-due con cui Appendino ha piazzato la Pisano in un ministero romano e il fedelissimo Antonino Iaria all’Urbanistica con tanto di rimpasto in giunta (“Una scelta in piena continuità politica di bassissimo profilo che abbassa ulteriormente il già modestissimo livello qualitativo della squadra”, afferma Lo Russo) ha solo per 24 ore posto la prima cittadina in una condizione di relativa forza e tranquillità nei confronti del Pd e della sua stessa maggioranza. È bastato poco, infatti, che vecchie ruggini e livori ormai sedimentati riemergessero, come dimostrano le fibrillazioni durante la riunione nella quale venerdì la sindaca ha comunicato al gruppo pentastellato la decisione di nominare Iaria e rivedere le deleghe in seno al suo esecutivo. Doveva esserci una condivisione e invece i consiglieri sono stati messi di fronte al fatto compiuto. Costretti ad adeguarsi come già accaduto più volte in passato. L’ala più dura ora vuole le dimissioni della Pisano da assessore e non è detto che mentre a Roma si forma il governo giallo-rosso, un’altra alleanza tra grillini e dem non si saldi per mettere in difficoltà la sindaca di Torino. Che farebbero le tante anime inquiete del M5s di fronte a un documento che chiede a un assessore di rinunciare al doppio incarico? Potrebbero davvero esprimersi contro?

Molto dipenderà da quel che Appendino dirà domani in aula: qualche giorno per consentire a Pisano di chiudere alcuni dossier rimasti in sospeso sarebbe giudicato da tutti un tempo ragionevole, ma questo, per molti consiglieri, è il massimo della concessione. Inoltre c’è chi adesso vuole mettere becco anche sul nome del successore: la sindaca ha già affermato pubblicamente di volere un esterno (sarà la stessa Pisano a indicarglielo e probabilmente arriverà dal mondo accademico), il gruppo grillino ha inivece iniziato a far circolare il nome di Aldo Curatella, spina nel fianco dell’amministrazione, gran picconatore di Pisano sia sulle anagrafi sia sulla sperimentazione del 5G di cui da mesi denuncia i rischi per la salute. La sua nomina suonerebbe come una revisione complessiva di quanto fatto finora in ambito di Innovazione e Smart City, una sorta di sconfessione: l’ultima cosa che vuole Appendino.

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