GIALLOROSSI

Pisano punta su Calderini, assessore o superconsulente

Ex presidente di Finpiemonte con Bresso e braccio destro di Profumo al Politecnico e poi al dicastero dell'Università, il professore è stato tra i primi a ricevere la chiamata della neo ministra che lo vorrebbe in giunta al suo posto ma sarà al suo fianco al dicastero

C’è un ministero che va costruito da zero e un assessorato da tenere in funzione. È un passaggio stretto quello che sta attraversando in queste ore Paola Pisano, una fase delicata in cui si gioca gran parte del suo futuro (non solo politico): a Roma un'avventura ministeriale da valorizzare, a Torino un presidio strategico da non abbandonare, soprattutto in vista del 2021 e di quelle elezioni amministrative in cui tanti già la vedono candidata a sindaco, magari declinando in chiave locale l'alleanza giallorossa. Contrariamente a quanto prevedrebbe la prassi è lei, e non Chiara Appendino, che si è assunta il compito di individuare il proprio successore alla guida dell'assessorato. Un profilo che la brillante ricercatrice vuole trovare al di fuori del mondo grillino e del gruppo consiliare, molto meglio se in campo accademico, con buona pace di quei consiglieri che sperano in un ripescaggio in giunta così come capitato ad Antonino Iaria e ancor prima ad Alberto Unia. D'altronde ci sono progetti che ha seguito in prima persona sin dal suo insediamento, a partire dal Torino Social Impact, che a quanto pare è stato tra gli atout con cui si è presentata nella Capitale e che hanno convinto Giuseppe Conte (ma soprattutto Luigi Di Maio) della sua capacità di applicare conoscenze accademiche all'amministrazione pubblica. Progetti che ora vuole lasciare in mani sicure e da lei considerate affidabili.

Qualche sondaggio è già stato fatto tra professori e professionisti che in questi anni si sono spesi nel campo dell’innovazione. Tra coloro che hanno ricevuto la chiamata c’è il professor Mario Calderini, ordinario al Politecnico di Milano dove insegna Strategia d’Impresa e Social Innovation e direttore dell’Alta scuola politecnica. Durante i suoi anni torinesi è stato presidente di Finpiemonte nella giunta di centrosinistra di Mercedes Bresso, e pupillo dell’allora rettore Francesco Profumo che lo volle con sé come consigliere per le politiche di ricerca e innovazione anche nel suo mandato ministeriale, durante il governo di Mario Monti. Al ministero dell’Istruzione Calderini ci è poi rimasto fino al 2018 negli stessi anni in cui è stato anche sherpa del Governo per la Presidenza italiana del G7. Insomma, una figura appartenente a pieno titolo all’establishment cittadino, anche se per fare carriera accademica è stato costretto a trasfersi Oltreticino, al punto che lo stesso Calderini parla di sé come un propheta poco considerato nella sua patria, raccontando di presunti ostracismi da parte del Pd locale (Piero Fassino in primis) che non lo avrebbero valorizzato come invece meritava.

In questo momento il ministero dell’Innovazione esiste solo sulla carta e la Pisano ha bisogno di uno staff all’altezza per evitare che rimanga una targhetta di cui fregiarsi ma senza poter incidere su processi e decisioni. Così come vuole mantenere salda la posizione all’interno della giunta comunale. E Calderini è stato tra i primi ad essere interpellato, anche se il professore avrebbe escluso un suo ritorno a Torino, così come avrebbe respinto, per ora, ogni offerta riguardo un ruolo apicale, che sia Capo di Gabinetto o di dipartimento, lasciando invece la porta aperta a una collaborazione operativa su singoli progetti nel ruolo di superconsulente. Potrebbe essere lui il vero braccio destro di Pisano a Roma, in attesa che la ministra trovi chi ne rileverà il testimone a Torino. In aula Appendino ha assicurato: “In due settimane avremo il nuovo assessore”.

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