PALAZZO LASCARIS

Garanti in aula, giunta latitante

Sarà pure un rito ormai stanco, ma un pizzico di bon ton istituzionale imporrebbe un atteggiamento più consono. E invece in Consiglio tra chi s'intrattiene con gli ospiti e chi si presenta in ritardo i banchi dell'esecutivo restano tristemente vuoti

È il giorno dei garanti nel parlamentino piemontese di Palazzo Lascaris, ma la giunta è tutta (o quasi) in altro affaccendata. Sui banchi di via Alfieri si alternano il difensore civico Augusto Fierro e i garanti dei detenuti Bruno Mellano e, nel pomeriggio, Rita Turino dell’infanzia. Svolgono le rispettive relazioni, secondo un rito – va detto – ormai stanco. Si apre il dibattito ma come sottolineato da alcuni esponenti dell’opposizione (da Marco Grimaldi di Lev alla grillina Francesca Frediani), gli assessori sono altrove: chi discorre in transatlantico, chi riceve il pubblico, chi discute con i giornalisti. A presidiare l’aula resta il solo Marco Protopapa che da assessore all’Agricoltura forse è quello che ha meno a che fare con buona parte dei temi trattati. Il difensore civico pone in particolare l’attenzione sull’annosa questione degli anziani non autosufficienzi, “un’emergenza destinata a crescere” dice, facendo trillare il primo campanello d’allarme, poi è la volta di Mellano: “In Piemonte abbiamo oltre 4.700 detenuti, siamo nuovamente alla soglia d’allarme” dice, ricordando che il carcere di Alba è chiuso da cinque anni per i ritardi nella ristrutturazione e accende un faro inquietante: “Sta crescendo il numero dei detenuti attenzionati per affiliazione alla ‘ndrangheta e a Cosa Nostra”. Intanto l’assessore Roberto Rosso arriva tutto trafelato a seduta già iniziata, la collega titolare del Lavoro Elena Chiorino riceve la presidente dell’Edisu Marta Levi, il leghista Fabrizio Ricca s’intrattiene con i giornalisti, Matteo Marnati passa (ma non si ferma) davanti al Consiglio regionale. C’è pure Alberto Cirio: “Buongiorno, tutto bene?”.

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