POLTRONE & SOFA'

Sottogoverno regionale, piatto Ricca ci si ficca

Polemizza con il Governo dei "poltronari" ma in Piemonte è il giovane assessore leghista a dirigere la spartingaia di posti nelle partecipate pubbliche. Con un occhio agli equilibri interni al partito e l'altro ad allargare il consenso personale in vista del 2021

Ci sono poltrone e poltrone. Quelle con cui rappresentare ciò che tiene insieme il Governo giallorosso e quelle da assegnare stando al governo della Regione. I due modelli Fabrizio Ricca li maneggia con consumata abilità. Il trentaquattrenne e rampante leghista che di poltrone ne occupa due avendo aggiunto a quella di capogruppo in Sala Rossa anche l’assai più potente scranno di assessore nella giunta di Alberto Cirio (senza contare quella di segretario cittadino del partito), affolla salvinianamente i social timbrando ogni riferimento al nuovo esecutivo con l’hashtag #governodellepoltrone.

Nel frattempo, con assai meno evidenza ma non meno impegno, assolve appieno e nella più classica e trasversale tradizione quel ruolo tanto discreto quanto ambìto e blandito di custode del prezioso forziere di posti, ancor più che di emolumenti, che sono le partecipate regionali.

Nulla di male, tantomeno roba di cui scandalizzarsi, È sempre andata così e non cambierà con la nuova giunta di centrodestra all’interno della quale il giovane leghista ha collezionato un ragguardevole numero di competenze bilanciando deleghe di forte impatto elettorale con altre di meno presa popolare, ma assai pesanti nella costruzione e gestione del potere.

Insomma, se Sicurezza e Immigrazione (materie in capo a Ricca) sono totem e vessilli del partito di Matteo Salvini, la platea di posti nel sottogoverno regionale apre ad ogni giro di legislatura una delle più attese spartingaie. Chi ne tira le fila non ha bisogno di postare nulla su Facebook o twittare frasi ad effetto, semmai si appresta a venire tempestato di telefonate e messaggi. In questo ruolo, strategicamente cruciale per la gestione e l’indirizzo dell’ampio parco societario in capo alla Regione Ricca pare muoversi con una certa agilità, lasciando immaginare un allargamento del perimetro dei tradizionali confini del suo stesso partito, i cui vertici regionali non sembrerebbero gradire oltremodo, mostrando già qualche segnale di irritazione.

Qualche addentellato nella comunità ebraica, acquisito per le meritorie prese di posizione contro le attività antisraeliane dell’Università di Torino, fitti rapporti con elementi di quella società civile e delle professioni dai rimborsi a piè di lista, il capogruppo leghista in Sala Rossa sta infilando nel suo carniere crediti pronti all’incasso appena se ne presenterà l’occasione e l’utilità. Lo sguardo aperto oltre il Carroccio, del resto Ricca lo aveva già mostrato in campagna elettorale, quando a suo sostegno s’era palesata una delle figure storiche del sottogoverno torinese, quella di Luigi Tealdi. Il commercialista dagli innumerevoli incarichi, marito dell’ex assessore dei Moderati nella giunta di Piero FassinoGiuliana Tedesco, forzista della prima ora e uno dei convinti supporter del futuro assessore alle Partecipate. Ci sarà un posto al vertice di una di queste per Tealdi? Qualcuno individua addirittura già in Barricalla, la società che gestisce l’impianto di smaltimento rifiuti di Collegno e che lo scorso anno ha generato utili per un milione e 600mila euro, confermandosi gallina dalle uova d’oro, come probabile approdo dell’ex azzurro.

È un ampio raggio di azione quello dell’assessore che senza troppo schermirsi punta a fare il sindaco di Torino e mai così utile a quella causa risulterebbe rafforzarsi non solo nel partito ma anche nei mondi della città che contano e a loro volta contano quanti posti possono occupare. Tra gli altri per la futura spartingaia di sottogoverno gira pure il nome di Paola Freda, ingegnere alle Molinette, già presidente di circoscrizione nelle fila di Forza Italia e ora data pure lei vicina o in avvicinamento a Ricca. Era invece al vertice di Edisu (l’ente per lil diritto allo studio universitario) ai tempi della giunta di Roberto Cota l’ex di Alleanza Nazionale Umberto Trabucco, poi nel cda di Gtt, un altro dei nomi che vengono indicati nella prateria del centrodestra largo in cui si muove Ricca.

Centrodestra, ma non solo, secondo i più sospettosi. Ai quali il varcare più di una volta l’ingresso degli uffici dell’assessore leghista da parte del presidente di Scr Luciano Ponzetti ha fatto drizzare tutte le antenne. Il dominus della società di committenza regionale e tesoriere di molte campagne elettorali del centrosinistra è pur sempre il vertice di una società della Regione e quindi il rapporto con l’assessore è nelle cose. Ma quando, anche all’interno della coalizione e fors’anche della stessa Lega si guarda con attenzione alla partita del rinnovo delle partecipate, basta e avanza quella visita di colui che per anni venne considerato lo “gnomo” di Mercedes Bresso, tessitore di relazioni politiche e uomo di fiducia nelle trame del sottogoverno, per alimentare ulteriori tensioni. Cui pare guardare poco o nulla Ricca, l’assessore che, con un sempre più forte link con il presidente della commissione Lavori Pubblici di Montecitorio Alessandro Benvenuto, mentre posta il mantra #governodellepoltrone ragiona su come distribuire quelle di sottogoverno della Regione.

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