CENTRODESTRA

"Cambiamo anche in Piemonte"

Crescono le adesioni al progetto lanciato da Toti. Per il senatore alessandrino Berutti il 2,3% assegnato dai sondaggi è di un buon auspicio. Per ora nessun big azzurro si muove, maggiore interesse tra gli amministratori locali

Peggio di così i totiani non sarebbero potuti partire. “La pausa estiva e la crisi di Governo”, sospira Massimo Berutti, l’unico parlamentare piemontese per ora passato con il governatore della Liguria. Berutti ha già un piede fuori dal gruppo azzurro di Palazzo Madama, ma lui come gli altri suoi tre colleghi Paolo Romani, Gaetano QuagliarielloLuigi Vitabili, aspetta la costituzione ufficiale dei gruppi regionali di Cambiamo. Roba di pochi giorni e i senatori seguiranno la strada già aperta dai quattro deputati, per ora, approdati nel misto.

“Siamo partiti nelle peggiori condizioni, ma adesso è un altro punto di partenza che rafforza la nostra scelta” si riprende e spiega il parlamentare di Tortona, indicando quel 2,3%  che i sondaggi accreditano come spina del fianco di Silvio Berlusconi. Berutti, abbandonato sulla strada di Toti da Osvaldo Napoli, in un primo momento molto proiettato verso l’avventura dell’ex consigliere politico del Cavaliere, si dice convinto che “la forza delle proposte di cambiamento che abbiamo iniziato a condividere si sta dimostrando trainante. Sia per chi si è sempre riconosciuto nelle istanze del centrodestra, a partire dai tanti amici che stanno lasciando Forza Italia per Cambiamo, sia per chi cerca le risposte giuste per il bene del Paese nella fedeltà ai principi, nella concretezza della buona amministrazione e nel superamento di scenari non più sostenibili”.

Tra questi, sempre più evidente, quello dello schema di centrodestra classico, già più volte buttato nel cestino da Matteo Salvini e oggi demolito ulteriormente dalla scelta di andare in piazza insieme, condivisa da Giorgia Meloni, Salvini e lo stesso Toti, ma non da Forza Italia. E che quello del presidente della Liguria sia, al momento, più una forza emergente che ha esplicitato la sua collocazione prima ancora delle proposte e dei programmi, lo ammette lo stesso suo leader:  “Non abbiamo ancora presentato i contenuti né abbiamo ancora iniziato a promuovere quel marchio che deve riunire tanti amministratori in giro per l'Italia che non si rassegnano al declino di un'intera area del centrodestra". Basta, tuttavia, già questo “riscaldamento”, come lo descrive Toti  in attesa della partenza vera e propria, a scacciare le nubi agostane e far dire a Berutti che anche nel suo Piemonte “si rispecchiano i dati positivi che abbiamo a livello nazionale”. Dice che “arrivano continuamente nuove adesioni e c’è tanta voglia di iniziare a mettersi in gioco”. Un interesse che, per ora sembra far presa più su una parte dell’elettorato che non sui nomi pesanti di Forza Italia nella regione dove sarebbe tutto da vedere l’eventuale impatto di possibili uscite dal partito di Berlusconi sugli equilibri della giunta di Alberto Cirio e della stessa maggioranza in via Alfieri.

“È un interesse che arriva dal basso – conferma il senatore – per dare concretezza ad un cambiamento a favore delle imprese, delle famiglie e delle tante persone per bene che vogliono una politica che cambi davvero in meglio la realtà”. Probabilmente un’accelerazione verso l’abbandono di Forza Italia da parte di più di un amministratore locale, terreno su cui Berutti sta lavorando con assiduità, potrebbe vedersi già verso la fine del mese quando, come annunciato da Toti, Cambiamo si trasformerà in partito vero e proprio. “Servirà il tempo tecnico di registrazione dal notaio, oltre che di condivisione con tanti amici di questo statuto, e poi della registrazione al registro dei partiti. La nostra ambizione – ha detto il governatore ligure – è di essere pronti entro la fine di settembre quando si aggiungeranno anche altri parlamentari, altri senatori, altri gruppi consiliari".

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