Tornare allo spirito della piazza Sì Tav

Mentre Torino continua la sua decrescita e vede arrivare mesi difficili  a causa del calo delle vendite delle auto Fiat prodotte a Torino e Grugliasco, l’opposizione blanda e infruttuosa in Consiglio Comunale, incapace anche di chiedere con forza a Roma un Piano industriale dell’auto, rischia uno snaturamento provocato dalla paura nel Pd e nei 5 Stelle della forte crescita di Salvini e del centrodestra.

Stante la grande debolezza numerica e politica della parte restante della opposizione consiliare  di centrodestra, l’unica vera opposizione alla Appendino e alle scelte per la decrescita della sua giunta comunale si è vista nella grande piazza Sì Tav dei mesi scorsi, in particolare nella prima, del 10 novembre 2018. Bisogna recuperare lo spirito, le proposte e le forze che avevano riempito quella piazza, l’altra Torino, per cercare il rilancio economico e sociale della prima capitale d’Italia. Quella piazza aveva un disegno, basta risentire gli interventi, che vuole ricollocare o rimettere Torino nella rete delle città che insieme danno ancora più forza all’Europa che si deve confrontare con Usa, Est asiatico, Africa etc.

Se pensiamo alla irritazione di Trump nei confronti delle decisioni prese ieri da Draghi noi dobbiamo immaginare un’Europa che attraverso la rete di trasporto su rotaia diventa centrale nella rete dei trasporti della economia globale. Rete di trasporto su cui viaggeranno affari, innovazione, manifattura 4.0, turismo etc.

Ecco perché sostengo che la piazza della prima grande manifestazione deve trovare una sua espressione politico-amministrativa o alimentare una alternativa credibile al trasformismo innaturale cui qualcuno sta pensando dopo la nascita del Conte 2, novello Depretis senza avere lo spessore di Depretis.

*Mino Giachino, Sì Tav Sì Lavoro

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