PALAZZO LASCARIS

Salvini ordina e Cirio ubbidisce, anche il Piemonte scende in campo per il referendum

Consiglio regionale costretto agli straordinari per approvare la richiesta di consultazione popolare per trasformare in senso maggioritario la legge elettorale. Così il governatore si piega alla Lega. L'opposizione insorge: "Sarà guerriglia istituzionale"

Anche il Piemonte è tra le regioni che, su ordine di Matteo Salvini, chiederanno il referendum abrogativo per modificare la legge elettorale in senso maggioritario. Il testo, messo nero su bianco da Roberto Calderoli, indimenticabile padre del Porcellum, dovrà essere approvato tale e quale, senza una virgola difforme, da almeno cinque Regioni per essere sottoposto al giudizio della Corte Costituzionale, cui spetta l’ultima parola sull’ammissibilità. Il Capitano vuole una legge totalmente maggioritaria, fondata su collegi: “Chi vince governa, senza inciuci”. E Alberto Cirio ha recepito il desiderio del suo principale azionista di sottoporre il testo al Consiglio regionale per l’approvazione.

I tempi però sono stretti. La deadline è fissata al 30 settembre, data ultima per votare col nuovo sistema nel 2020. Diversamente, la finestra per le urne slitterebbe tra il 15 aprile e il 15 giugno 2021, tardi per la strategia salviniana di risultati il più possibile rapidi. Inoltre, saremmo vicini al semestre bianco in cui Sergio Mattarella – che scade ai primi di febbraio 2022 – non potrà sciogliere le camere. Nel testo si propone di cancellare una parola qui, un comma là, per espungere dal Rosatellum, l’attuale legge elettorale, la quota proporzionale. Lo scoglio è rappresentato dalla Consulta. Per essere ammissibile, infatti, il referendum dovrebbe assicurare l’immediata applicabilità della disciplina come risultante dal ritaglio, giacché la legge elettorale è costituzionalmente necessaria, e non è tollerabile un vuoto normativo. Metti che intanto viene pure approvato il taglio dei parlamentari, con annessa nuova legge elettorale, è evidente che tutta questa mole di lavoro sarebbe inutile. Calderoli ha affermato di essersi ispirato ai quesiti presentati in passato da Marco Pannella, i quali però sono sempre stati respinti. Quelli di Mario Segni, invece, nel 1993 e poi nel 1999 avevano ottenuto l’ok, proprio perché non toccavano la geografia elettorale.

È infatti più che un sospetto quello secondo cui si tratti in realtà di una mossa propagandistica, una bandiera da sventolare di fronte all’opinione pubblica come dimostra anche l’intenzione, prospettata dal leader leghista, di andare in piazza a raccogliere “5 milioni di firme”. Il vero obiettivo appare piuttosto quello di ritrovare una centralità perduta sullo scacchiere politico e mobilitare sindaci e amministratori sul territorio al motto di “basta inciuci”.    

La proposta è stata lanciata da Salvini durante l’assemblea degli amministratori locali della Lega, nell’hotel Leonardo da Vinci a Milano, dove erano presenti i governatori Luca Zaia del Veneto, Attilio Fontana della Lombardia, Christian Solinas della Sardegna, Massimiliano Fedriga del Friuli Venezia Giulia, Marco Marsilio dell’Abruzzo, Vito Bardi della Basilicata e Donato Toma del Molise. C’era anche Cirio e questo ha fatto storcere il naso a più di un alto dirigente di Forza Italia.

La maggioranza di centrodestra in Piemonte ha comunicato questa mattina, durante la riunione dei capigruppo, l’intenzione di presentare il testo con la richiesta di referendum (ex art. 75 della Costituzione) già nella prossima seduta di Consiglio. Per assicurarsi il semaforo verde entro settembre, il numero uno della Lega a Palazzo Lascaris, Alberto Preioni, ha fatto sapere che è pronto agli straordinari, provocando così la reazione dell’opposizione. Marco Grimaldi di Luv annuncia “guerriglia istituzionale”. E intanto un Consiglio che si è distinto finora per inoperosità impone un calendario che prevede sedute da martedì a venerdì con orari 10-13, 14,30-18 e 20-24. “Quando Salvini ha chiesto al Parlamento pieni poteri si è visto come è andata a finire – dichiarano in una nota congiunta tutti i gruppi di centrosinistra –. Se la Lega nostrana pensa di usare a suo piacimento il Consiglio regionale, sappia che daremo battaglia. Ci coordineremo con le opposizioni delle altre regioni interessate per respingere questa delibera. Amareggia il fatto che la Giunta regionale non abbia idee proprie e sembri senza direzione, salvo ritrovare la verve quando può copiare qualche provvedimento lombardo o quando riceve una direttiva dall’ex ministro dell’Interno. Se la maggioranza è a corto di proposte che interessino davvero i piemontesi, ci chieda suggerimenti, ne abbiamo in gran numero”.

Leggi il testo della proposta di legge

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