MUNICIPI

Anci, caos nel centrodestra

Tra i due litiganti di Forza Italia, Pianetta e Barisone, spunta l'alessandrino Baldi. La Lega ne approfitta e cerca di sfilare agli alleati la guida dell'associazione piemontese dei Comuni. Ma anche nel partito di Salvini non c'è un nome condiviso

Dalle parti di Forza Italia litigano e nella Lega non si mettono d’accordo. A quattro giorni dall’assemblea che dovrà eleggere il nuovo presidente regionale dell’Anci, il centrodestra cui pare scontato debba andare la guida dell’associazione dei Comuni piemontesi (anche se visto l’andazzo nessuno può escludere sorprese) appare lontano dal trovare una quadra, ovvero proporre un nome su cui far convergere come da prassi il voto di tutti o della stragrande maggioranza dei rappresentanti degli enti locali, evitando conte o duelli.

Non si ricorda una situazione complicata come quella che accompagna la successione del piddino Alberto Avetta, arrivato nel gennaio del 2017 alla presidenza perpetuando il colore politico dopo le dimissioni dell’ex sindaco di Novara Andrea Ballarè. Tra i due litiganti per quella poltrona – il vicesindaco di Villanova Mondovì Michele Pianetta e il consigliere comunale di Vinovo Mauro Barisone – non c’è ancora un terzo che gode. Entrambi, comunque, vengono dati ormai fuori dai giochi. Pianetta, candidato alla ultime politiche in Noi con l’Italia e uomo vincessimo all’ex ministro Enrico Costa che in quella formazione si presentò agli elettori anche se poi il suo ritorno in Forza Italia fu assai rapido, ha visto da subito un non nascosto ostracismo da parte di una fetta consistente di amministratori locali e capataz berlusconiani. Il fatto di non essere neppure iscritto al Forza Italia ha corroborato il fuoco di sbarramento.

Non è andata meglio per Barisone che pur avendo dalla sua buona parte della dirigenza regionale azzurra ha trovato più di un ostacolo, sempre da quelle parti. E a poco è servito mettere sul tavolo qualche goccia di veleno, rivelando presunti accordi tra il giovane amministratore monregalese e l’uscente Avetta con la promessa a quest’ultimo (peraltro decisamente smentita) di un posto al vertice di Anci Piemonte Servizi, società prossima a diventare in house dell’associazione.

Come uscire dall’impasse? Mentre l’evergreen azzurro Ugo Cavallera custode e interprete dello spirito delle riserve della Repubblica e come tale pronto a rispondere all’eventuale chiamata non disdegnerebbe affatto l’idea, tra più di un sindaco di Forza Italia è spuntato il nome del collega mandrogno Gianfranco Baldi. Sindaco di Cassine al suo secondo mandato che scadrà il prossimo anno, dal settembre del 2017 Baldi è anche presidente della Provincia di Alessandria, carica ottenuta sconfiggendo alle elezioni l’allora sindaco Pd di Novi Ligure Rocchino Muliere, a sua volta rimasto per settimane in predicato come candidato alla presidenza di Anci Piemonte dopo le dimissioni di Ballarè.

L’ipotesi Baldi è tutt’oggi sul tavolo e poco sembra rilevare la prossima fine del suo secondo quinquennio da sindaco: Cassine conta, sia pure di poco, meno di tremila abitanti e quindi non c’è il limite dei due mandati e, comunque, l’attuale presidente della Provincia potrebbe restare la vertice dell’Anci anche solo in virtù dell’essere consigliere comunale. Non procedurali, bensì politici sembrano essere gli ostacoli, ancora non si sa se superabili, sul suo nome.

Dopo aver assistito in tribuna allo scontro interno all’alveo di Forza Italia, i leghisti paiono intenzionati a scendere in campo, sia pure anche in questo caso con opinioni differenti circa l’uomo su cui puntare. A muovere il partito di Matteo Salvini verso la poltrona su cui si sarebbe potuto accomodare facilmente il sindaco di Novara Alessandro Canelli che ha invece preferito puntare sulla presidenza di Ifel (il braccio operativo nell’ambito sei servizi di Anci nazionale), potrebbe essere anche il futuro assetto dell’associazione presieduta da Antonio De Caro, per il quale si prepara la riconferma. Oggi il vicario del sindaco di Bari è l’azzurro biellese Roberto Pella. Nel caso non improbabile di una sua riconferma, il Carroccio potrebbe voler bilanciare in Piemonte quella presenza al vertice nazionale del partito di Silvio Berlusconi.    

L’ipotesi di portare alla presidenza dell’associazione il primo cittadino di Omegna, Paolo Marchioni piace a molti nel Carroccio, ma non a tutti. Tra questi ultimi non mancano coloro che arricciano il naso guardando alla carta geografica e spiegando che ancora un po’ e il presidente dell’Anci Piemonte lo si potrebbe cercarlo nel Canton Ticino. E altri che guardano all’album di famiglia dopo l’investitura del cugino Marco Marchioni a presidente in pectore dell’Atc Novara-Verbania, chiedendosi se ci sia all’uscio qualche altro parente. Sarcasmo che nasconde una tensione all’interno della Lega dove l’altro nome ha il peso tutt’altro che irrilevante del sindaco di Biella, Claudio Corradino.

Già tra i vicepresidenti di Anci Piemonte, Corradino potrebbe essere il candidato su cui molti sindaci che fanno riferimento al Pd, in nome di quella prassi consolidata di arrivare con una proposta unitaria, potrebbero convergere. Tutto dipenderà da quello che in questi pochi giorni riuscirà a quagliare il centrodestra.

Sul fronte opposto spiegano che di certo, davanti a una situazione confusa, non resteranno a fare gli spettatori. Non è mai successo prima, ma non si può escludere che se da qui a lunedì tra Forza Italia e Lega non troveranno la quadra su un nome da condividere per tempo, si vada a un voto con più di un candidato. E a quel punto la sorpresa per il centrodestra potrebbe essere amara.   

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