Centrosinistra riparta dalle fondamenta

Massimo D’Alema, concludendo un dibattito qualche giorno fa a Torino organizzato dalla Fondazione Italianieuropei, ha detto una cosa apparentemente banale ma politicamente giusta e quasi oggettiva. Almeno a mio parere. E cioè, per riassumere il pensiero dell’ex presidente del Consiglio, la coalizione del centrosinistra adesso va ricostruita. Ma, per farlo, serve un centro e serve una sinistra.

Appunto, apparentemente un ragionamento banale ma semplicemente vero. Perché con il tramonto della cosiddetta “vocazione maggioritaria” del Partito democratico – un partito ormai saldamente al di sotto del 20% dei consensi – e con il decollo di altri partiti altrettanto importanti come quello, ad esempio, di Matteo Renzi, si riarticola inesorabilmente lo scenario e la stessa prospettiva del centrosinistra. Una coalizione che, com’è evidente, esce un po’ ammaccata dopo l’accordo di governo fatto con un partito dichiaratamente post ideologico e del tutto estraneo ed avulso da ogni ipotesi di coalizione come il partito di Grillo e Casaleggio, ma che comunque richiede oggi di essere ricostruita.

Una operazione politica, culturale e programmatica che va indubbiamente aggiornata e modernizzata rispetto al passato ma, se crediamo che le culture politiche non debbano e non possano essere rase al suolo, è altrettanto indubbio che i filoni ideali riconducibili storicamente al centro e alla sinistra nel nostro paese adesso vanno rideclinati e riscritti. Solo così sarà possibile ricostruire una coalizione di centrosinistra. Anche perché se si vuole essere politicamente e culturalmente alternativi alla destra e al centrodestra nel nostro Paese, non si può appaltare il tutto a un abilissimo ed efficace gioco trasformistico come quello che si è concretizzato con la nascita del secondo governo Conte. Una operazione di governo azzeccata ma che difficilmente può trasformarsi nell’arco di poco tempo in un consolidato e credibile progetto politico. Nonché culturale e programmatico.

Se vogliamo, quindi, che la politica ritorni protagonista e che non sia solo la prassi trasformistica a dettarne l’agenda, forse è arrivato il momento per riprendere il filo da dove si era interrotto. Ed è proprio per questi motivi che la riflessione di Massimo D’Alema coglie nel segno. A prescindere dalla sua attuale appartenenza politica. Perché se non vogliamo far tramontare, per l’ennesima volta e forse definitivamente, un progetto politico che ha segnato anche la crescita e la qualità della democrazia italiana, non si può rinunciare aprioristicamente alla ricostruzione della coalizione del centrosinistra. Purché non si faccia confusione e non si pensi che tutti possono fare tutto. Per dirla in soldoni e con parole semplici ma comprensibili, è arrivato il momento che la sinistra faccia la sinistra e che il centro faccia il centro. Nulla di più e nulla di meno. La stagione dei partiti pigliatutto è ormai giunta al capolinea. Si deve ripartire dalle fondamenta. Appunto, dal centro e dalla sinistra. Divisi dall’ormai famoso “trattino” ma unito attorno ad un programma e ad un rinnovato progetto politico.

print_icon