POLVERE DI (5) STELLE

"Basta polemiche contro Di Maio"

Nel giorno in cui i dissidenti del M5s pubblicano la Carta di Firenze e sfidano il capo politico, Appendino corre in soccorso dei vertici: "Questo è il momento di compattarsi, Luigi è stato scelto dal Movimento"

“Questo è il momento di compattarsi, lavorare per il bene del Paese e smettere di farsi guerre interne”. Interpellata a margine dell’inaugurazione della nuova Rinascente a Torino, Chiara Appendino non ha dubbi su da che parte stare dopo la pubblicazione della Carta di Firenze, scritta e pubblicata on line dal gruppo di “scettici” del Movimento 5 stelle. Sono i cosiddetti dissidenti, l’anima critica rispetto alla gestione di Luigi Di Maio e Davide Casaleggio: tra loro c’è chi spera in un ritorno di Beppe Grillo sulla tolda di comando, chi favoleggia di un Movimento in grado di riscoprire i propri valori originari. Chiedono più democrazia, il passaggio della proprietà della piattaforma Rousseau al Movimento, il superamento della figura del capo politico.

L'attacco all’asse Casaleggio-Di Maio viene sferrato nel giorno in cui il MoVimento compie dieci anni e Appendino, dal suo avamposto di Torino, prova subito a respingerlo: “Mi sembra una richiesta un po’ surreale – sono le parole della prima cittadina –. Non ho letto nel dettaglio ma ho già detto più volte che il Movimento ha un suo capo politico che è stato peraltro scelto e che in questo momento sta guidando il Movimento”. Non è la prima volta e non sarà l’ultima che Appendino corre in soccorso di Di Maio. Il legame tra i due è più saldo che mai, suggellato una volta di più dalla nomina di Paola Pisano nel nuovo governo giallo-rosso.

Tra i punti della Carta di Firenze c’è la richiesta di una “completa coerenza con le principali battaglie identitarie e territoriali del M5s ​con conseguente allineamento di tutte le scelte politiche locali e nazionali”, parole dalle quali riecheggia il fischio del treno ad alta velocità in Valsusa, quella bandiera ammainata dai vertici nazionali, quella “partita chiusa” di Appendino che ora sogna l’Hyperloop.

Dopo una prima fase di mandato, in cui la sindaca aveva disegnato il proprio profilo politico in chiave locale, isolandosi dalle camarille nazionali, ora Appendino s’inserisce con insistenza nel dibattito interno al partito, sempre a sostegno del capo politico, l’unico che alla fine del suo mandato potrebbe garantirle un ruolo nazionale lontano da Palazzo Civico.

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