GLORIE NOSTRANE

"Pisano chieda scusa ai torinesi"

La deputata leghista Maccanti chiede conto al neo ministro dei disastri lasciati da assessore nella giunta Appendino. Le code alle anagrafi, i droni finiti in magazzino, lo sportello hi-tech per le imprese aperto solo un giorno per tre ore a settimana

Promossa a Roma ma bocciata a Torino. I recenti trascorsi, non brillantissimi, di assessore nell’amministrazione grillina di Chiara Appendino del neo ministro Paola Pisano sono stati al centro dell’audizione odierna dell’esponente di governo nella Commissione Trasporti della Camera. Particolarmente severa è stata Elena Maccanti, deputata torinese della Lega: «Credo che il ministro Pisano, prima di esporre le linee programmatiche del suo mandato, debba chiedere scusa a Torino e ai cittadini torinesi per quello che ha fatto da assessore», ha esordito la parlamentare prima di rinfacciare alla sua illustre concittadina le deficienze mostrate durante la sua permanenza a Palazzo civico.

«Mentre lei è stata promossa a ministro, a Torino regnava il caos più assoluto all’anagrafe, una delle sue competenze fondamentali, con cittadini che da mesi erano e sono costretti a mettersi in coda alle due del mattino per poter ottenere una carta di identità o un certificato – ha attaccato Maccanti –. Verrà poi ricordata come “assessore dei droni”: peccato che i vigili urbani, dotati da tempo di droni per il monitoraggio del traffico, non abbiano l’autorizzazione per farli volare e che gli unici ad essere entrati in funzione siano quelli che hanno sostituito i tradizionali fuochi di San Giovanni, con uno spettacolo misero e costoso. E adesso i droni acquistati sono in magazzino». Senza dimenticare la candidatura di Torino a capitale dell’innovazione e “laboratorio per le auto a guida autonoma”: peccato che i test dell’auto smart siano ancora fermi e lo sportello hi-tech per le imprese resti aperto solo un giorno per tre ore a settimana, ricevendo soltanto su appuntamento.

«Di fronte a tutto questo il ministro ha taciuto, lasciando Torino senza neanche una parola per i suoi cittadini – ha concluso la deputata leghista –. Eppure innovare è una sfida che comporta determinazione, genio ma anche umiltà: la stessa umiltà che oggi può dimostrare di avere chiedendo scusa ai torinesi».

Parole che, naturalmente, non sono piaciute a Pisano che ha provato, con qualche impaccio, a difendersi. «A Torino oggi i progetti di innovazione sono in corso. L'innovazione è un percorso può essere anche difficile, genera certamente spavento e disagi, ma sono disagi che dobbiamo sopportare e supportare». Con malcelata irritazione le sono persino tornate in mente certe sedute infuocate della Sala rossa: «Mi sembra di essere nel consiglio comunale di Torino». Nessun pentimento: «Conosco le difficoltà, io stessa ho fatto le carte di identità a Torino per capire quali erano i disagi. L’innovazione però è una sfida che spero di vincere» ha concluso alzando i tacchi.

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