SCIURA PADRUNA

Confindustria, Mattioli pensa (pure) al dopo Boccia

Lady Gioiello punta alla presidenza della Compagnia di San Paolo ma non disdegnerebbe affatto guidare gli imprenditori italiani. È lei stessa a rivelare di essere sollecitata a scendere in campo. Il triangolo del Nord in viale dell'Astronomia

Da triangolo industriale che fu a confindustriale che potrebbe essere. Mancano ancora sette mesi al cambio della guardia al vertice di Confindustria, ma se appare scontato che a succedere al campano Vincenzo Boccia sarà un imprenditore o un’imprenditrice del Nord, per nulla improbabile è che la partita possa giocarsi tra Milano Genova e Torino.

I saggi cui spetterà sondare il clima e raccogliere suggerimenti e candidature nelle principali associazioni territoriali saranno nominati a gennaio dal presidente uscente e da quel momento incominceranno il loro lavoro. Ancora presto, dunque, per intravvedere possibili sostegni e cordate, ma non per preparare nel consueto low profile che contraddistingue la “campagna elettorale” per viale dell’Astronomia discese in campo o posizionamenti in panchina che, molte variabili, potrebbero riservare la fascia di capitano.

È in questo anticipo di un risiko, costante ad ogni approssimarsi di fine mandato, che nell’affacciarsi di nomi probabili e papabili potrebbe spuntare quello di Licia Mattioli. Già numero uno dell’Unione Industriale di Torino e riconfermata alla vicepresidenza nazionale con delega all’internazionalizzazione, l’imprenditrice nel settore della gioielleria sarebbe quel vertice piemontese del Ge.Mi.To confindustriale dove gli altri due potrebbero innescare uno scontro, favorendo magari una soluzione di mediazione.

Da tempo sta preparando la scalata alla successione di Boccia Carlo Bonomi attuale presidente della potentissima Assolombarda, ma sempre in Lombardia – regione che da sola porta in Confindustria 175 voti su 607 totali – è pronto a candidarsi il bresciano Giuseppe Pasini. Uno scontro che potrebbe risolversi con un spostamento in Liguria, a Genova dove ancora deve sciogliere la riserva di fronte a crescenti richieste Edoardo Garrone, terza generazione di petrolieri, stesso nome del nonno fondatore della Erg, artefice della svolta green e all’insegna delle rinnovabili del gruppo, attuale presidente del cda del Sole 24Ore e una lunga esperienza confindustriale.

“Io successore di Boccia a Confindustria? Ne parlano, ma c'è tempo”, così il presidente di Erg a margine di un recente convegno: “da qui a gennaio c'è tempo per capire le persone che il sistema di Confindustria riterrà più adatte per il rush finale. Tra i nomi ci sono anche io ma da qui a dire che potrei essere io ce ne passa”. E potrebbe passare anche questa soluzione ligure, soprattutto se vista come fronte opposto a quello lombardo. Così si spiegherebbero anche quegli inviti a considerare una sua disponibilità che sarebbero arrivati a Mattioli. Lei, attuale vicepresidente della Compagnia di San Paolo e con buone chance di una promozione succedendo nella primavera prossima a Francesco Profumo, della cosa avrebbe parlato lunedì scorso a margine della iniziativa promossa dall’Ordine dei commercialisti torinesi con il presidente (uscente) dell’Unione Industriale Dario Gallina e della Camera di Commercio Vincenzo Ilotte.

Un pourparler, una confidenza tra amici, o cos’altro, resta il fatto che il nome della signora dei gioielli cui non si può disconoscere un invidiabile cursus in ascesa nell’ambito dell’associazione datoriale (e nella fondazione di corso Vittorio Emanuele) circola e potrebbe finire formalmente sul tavolo dei saggi tra pochi mesi. Ben vista a sinistra e a destra, più ancora dall’ala governativa dei Cinquestelle auspice i più che buoni rapporti con la sindaca Chiara Appendino (molto orientata a piazzarla al vertice della Compagnia di San Paolo), un’amicizia con Carlo Calenda rafforzata quando lui era ministro e lei lo supportò non poco su Industria 4.0, Mattioli se non proviene dai comparti classici dell’industria che hanno accomunato per anni ferro e ingranaggi alla poltrona di viale Astronomia, può certamente vantare quel suo ruolo e quell’esperienza in ambito internazionale sempre più strategicamente importante nel Sistema Italia.

Certo, ad oggi, è molto più vicina per lei la presidenza della Compagnia che non quella di Confindustria. E, altrettanto certo appare il non dover rinunciare, da parte sua, a considerare né all’una né all’altra eventualità. Nel caso il triangolo confindustriale dovesse avere il suo vertice a Torino, dopo Emma Marcegaglia che la governò dal 2008 al 2012, Mattioli sarebbe la seconda donna a sedere sulla poltrona presidenziale nella storia di Confindustria.

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