POLITICA & GIUSTIZIA

Sozzani resta ai domiciliari, ma non ci è mai andato

Respinta l'istanza di revoca della misura che tuttavia non è mai stata applicata per lo stop della Camera. Secondo il gip il deputato novarese di Forza Italia ha preferito "farsi scudo dell'immunità parlamentare"

Non ha mai dato ai pm “la propria versione” e ha preferito “farsi scudo dell’immunità parlamentare di cui gode”. Lo scrive il gip di Milano Raffaella Mascarino che ha respinto l’istanza di revoca dei domiciliari per Diego Sozzani, deputato di FI indagato nella maxi inchiesta su un giro di mazzette in Lombardia. Una misura per finanziamento illecito mai eseguita perché la Camera ha respinto la richiesta di arresto. Negli atti spunta anche un presunto finanziamento che Sozzani avrebbe dovuto riconoscere all’ex consigliere milanese Pietro Tatarella.

Nell’inchiesta dei pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri e con al centro la figura di Nino Caianiello, ex responsabile FI a Varese e ritenuto il presunto “burattinaio” del sistema, per Sozzani il gip aveva disposto i domiciliari a maggio per un presunto finanziamento illecito da 10mila euro ricevuto nel marzo 2018 dall’imprenditore Daniele D'Alfonso della Ecol service (che lo ha confermato a verbale). La Camera ha negato l’arresto il 18 settembre. In più, il deputato azzurro è indagato anche per corruzione in uno stralcio dell’indagine per altri fatti. Nell’ordinanza, con cui ha detto no all’istanza di revoca della misura presentata dai legali Carla Zucco e Massimo Dinoia, il giudice riporta intercettazioni e verbali per spiegare che “il quadro indiziario” risulta “corroborato sotto ogni aspetto” dalle indagini di questi mesi, anche a prescindere dal no che la stessa Camera ha detto sull'utilizzo di 4 intercettazioni.

Inoltre, chiarisce il gip, quel finanziamento non ha “costituito un episodio isolato nella condotta politica ed imprenditoriale dell’Onorevole Sozzani”. E ciò emerge, come si legge ancora, proprio da uno dei tanti verbali resi da Caianiello. Tatarella, ha raccontato il “burattinaio” il 13 settembre, “come ogni candidato alle elezioni (alle ultime Europee, ndr), aveva bisogno di voti e di sostegno economico. Per questa ragione, io richiesi a Sozzani di attivarsi per dare un sostegno a Tatarella, anche in ragione del sostegno che Tatarella, per il tramite di D'Alfonso, aveva fornito per la campagna elettorale di Sozzani per le elezioni politiche". E lo stesso Caianiello ha chiarito che un biglietto con su scritto “Tata-Ecol 10.000 euro Europee”, “attestava l’impegno a riconoscere da parte di Sozzani e Tolbar (suo amico e presunto collettore, ndr) la cifra di 10mila euro in favore di Tatarella”. Ciò, per il gip, dimostra come il deputato “si presti a compiere un’operazione uguale e contraria per sostenere l'elezione del compagno di partito” e come “abbia mantenuto i contatti con i principali protagonisti dell'indagine”. Il gip ritiene che “ben difficilmente” Sozzani “sarà disposto a recidere la fitta rete di relazioni di carattere politico, economico e imprenditoriale intessuta nel corso degli anni” e che anzi sia “ancora disposto a piegare la carica pubblica” a favore “di interessi privati propri e dei proprio sodali”.

print_icon