SANITA' & POLITICA

La Lega è in subbuglio, assessore sulla graticola

La Città della Salute di Novara è diventata un caso tutto interno alla maggioranza in Regione Piemonte. Anzi al principale azionista della coalizione che sostiene Cirio. Stecco minaccia le dimissioni dal vertice della Commissione Sanità. L'aut aut di Canelli

Lo strappo nella maggioranza e all’interno della stessa Lega, sulla vicenda della Città della Salute di Novara, c’è stato. Lacerante e rumoroso nonostante il tentativo di lavare i panni in casa. Che adesso sono pure da rammendare parecchio.

La notizia dell’esito dell’incontro dell’assessore alla Sanità Luigi Icardi con l’advisor per il partenariato pubblico-privato Ernst &Young e il mancato coinvolgimento di soggetti istituzionalmente coinvolti – a partire dal sindaco di Novara Alessandro Canelli, per arrivare al presidente della commissione Sanità Alessandro Stecco a fronte dell’inusuale solitario invito rivolto (e accettato) al consigliere regionale del Pd Domenico Rossi – non avrebbe potuto che provocare durissime reazioni, come peraltro anticipato dallo Spiffero nel dare conto della riunione di ieri l’altro.

La del tutto inattesa decisione di Icardi di prendere ancora tempo manifestando tutte le sue, ormai palesi, perplessità sul partenariato quale sistema per la realizzazione del grande polo ospedaliero, a dispetto della linea del governatore Alberto Cirio di portare in giunta il prossimo 15 novembre il disegno di legge per la norma richiesta a garanzia dal ministero e a fronte del via libera da parte degli uffici finanziari della Regione, ha scatenato un terremoto. Acuito proprio dalla gestione dell’incontro e dalle esclusioni che lo hanno contraddistinto.

Un atteggiamento, quello di Icardi, che ha portato sull’orlo delle dimissioni dalla presidenza della IV commissione il suo compagno di partito Stecco. Il medico vercellese, che tra l’altro all’ospedale Maggiore della Carità di Novara dirige la neuroradiologia, in una tesa telefonata con Cirio ha prospettato al governatore il suo proposito di lasciare la guida della commissione cui era approdato dopo essere stato per settimane il più accreditato candidato per sedere sulla poltrona di assessore alla Sanità. Un gesto del quale, se attuato, nessun potrebbe nascondere le pesantissime conseguenze non solo per la Lega, ma per l’intera maggioranza che governa solo da pochi mesi il Piemonte. Solo un complesso intervento e una frenetica interlocuzione tra i vari soggetti in campo avrebbe convinto Stecco a recedere dalla decisione. Una situazione, almeno per ora, rammendata usando quel filo che deve legare i vari ruoli politici e istituzionali e che pare non essere stato usato con l’attesa attenzione dall’assessore nel predisporre l’incontro dell’altro giorno, così come nel porre ancora una volta sulla strada verso la realizzazione della Città della Salute quegli ostacoli che per tutti gli altri, maggioranza e minoranza, sono ormai superati.

Con la regia del governatore si sarebbe ridisegnata la road map, stabilendo che nella prossima seduta della commissione Sanità verrà convocato in audizione lo stesso Icardi, ma anche il direttore dell’azienda ospedaliera universitaria Mario Minola e gli advisor di Ernst & Young.

Di fatto si sposta nella sede della commissione presieduta da Stecco – scavalcato e umiliato, come viene descritto da chi ha parlato con lui in queste ore – l’incontro di ieri l’altro, coinvolgendo non più un solo consigliere ma tutti i componenti dell’organismo di Palazzo Lascaris, rimediando per quanto possibile a quello che è stato definito un passo falso dell’assessore con l’effetto di un inciampo per l’intera maggioranza.

Resterà da vedere se anche nei prossimi giorni, quando si riunirà la commissione, Icardi continuerà a mettere sul tavolo i suoi dubbi, le sue perplessità e forse i suoi timori legati ai costi troppo elevati del canone da pagare in tranche da 18,5 milioni l’anno per 26 anni al privato che dovrebbe costruire e gestire il grande polo sanitario, oppure se, con il passaggio in giunta del disegno di legge e la successiva approvazione da parte del Consiglio della norma chiesta a garanzia dal ministero, chiuderà una vicenda con molti risvolti assai poco comprensibili, aprendo finalmente la via per la costruzione della Città della Salute.