LOBBY TERRITORIALE

Vertice giallorosso da Appendino

La sindaca convoca i componenti piemontesi del governo di M5s e Pd con l'obiettivo di istituire una lobby territoriale in grado di salvaguardare (e possibilmente integrare) le risorse per Torino nella legge di Bilancio. Sul tavolo i dossier Metro 2, Cavallerizza e Welfare

Un vertice informale per varare una strategia comune in grado di spingere Torino nella legge di Bilancio che presto approderà in Parlamento. O quantomeno per evitare uno scippo dell’ultim’ora come talvolta accade nei vari assalti alla diligenza tipici di ogni finanziaria. Perché le promesse finora sono state tante, adesso è il momento di metterle nero su bianco. Per questo Chiara Appendino ha convocato nel pomeriggio i componenti piemontesi dell’esecutivo giallorosso: non solo i due ministri pentastellati Fabiana Dadone e Paola Pisano, ma anche i sottosegretario Andrea Giorgis, del Pd, e la siciliana trapiantata in Piemonte, Lucia Azzolina del M5s. Serve un’azione congiunta, una lobby trasversale, insomma un accordo politico sull’asse Torino-Roma. Invitata, ma assente, la numero due del Mef Laura Castelli, con la quale la sindaca ha confezionato la norma che stanzia 828 milioni per la seconda linea della metropolitana, su cui si è impegnato anche il Ministro dei Trasporti dem Paola De Micheli.

E proprio la Metro 2, per la sindaca, è la madre di tutte le battaglie: fondamentale evitare che quei soldi spariscano o subiscano un ridimensionamento, soprattutto adesso che si può contare su un governo amico. C’è poi il fronte aperto della Cavallerizza, su cui il ministro Dario Franceschini ha promesso 5 milioni per ripristinare ciò che l’incendio ha distrutto e infine la possibilità di incrementare le risorse sul comparto socio-assistenziale. Per quest’ultimo aspetto, infatti, Appendino teme che la scelta prospettata dalla Regione Piemonte di livellare i contributi del capoluogo con quelli degli altri Comuni metta in pericolo una serie di servizi nei quali Torino oggi è all’avanguardia. Per mitigare questo effetto ha chiesto agli esponenti di governo di valutare la possibilità di integrare il fondo nazionale.

L'incontro, nell’ufficio della prima cittadina al piano nobile di via Milano, è durato circa mezz’ora ed è emersa una sostanziale disponibilità di tutti a fare squadra, a patto che anche Appendino faccia la sua parte. La questione, squisitamente politica, è stata posta da Giorgis: se si chiede il sostegno del Pd a Roma, bisogna essere disponibili a coinvolgere il Pd anche a Torino, almeno sulle questioni strategiche che attengono questo scampolo di mandato. È dopotutto interesse anche della sindaca allargare il tavolo, in vista del 2021, aggiungendo un posto per il capogruppo dem Stefano Lo Russo e magari pure per la sua omologa grillina Valentina Sganga. In fondo si tratta di argomenti su cui Pd e M5s convergono: la seconda linea della metropolitana è un progetto nato durante l’amministrazione di Piero Fassino, semmai il problema, oggi, è completare questa eterna fase di progettazione giacché, come osservato dallo stesso Lo Russo, “oggi su quell’opera la giunta non ha ancora approvato neanche il progetto preliminare”, mentre finora il governo ha sempre finanziato quelle opere “immediatamente cantierabili”, quelle cioè su cui esisteva già un progetto esecutivo. Coinvolgere il Pd vuol dire estendere alla principale forza d’opposizione anche la discussione su quale sia il primo lotto funzionale (quello verso Nord o quello verso Sud?) e sul sistema di cofinanziamento, giacché gli 800 milioni messi sul tavolo dall'esecutivo non sono sufficienti per realizzare l’opera, ma ne servono almeno il doppio. Il Pd aveva ipotizzato un project financing, attraverso il coinvolgimento dei privati, cosa ne pensano i Cinquestelle?

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