BENECOMUNISMO

Alla Cavallerizza la resistenza degli occupanti

Dopo quattro ore di assemblea l'orientamento prevalente è di respingere il protocollo d'intesa di Appendino. I rischi di uno sgombero che potrebbe far saltare la maggioranza grillina. Montanari prova a mediare "anche se lo sgombero mi converrebbe"

“Non firmiamo, abbiamo bisogno di più tempo”. Gli occupanti della Cavallerizza non intendono sottoscrivere il protocollo d’intesa con Chiara Appendino e il prefetto Claudio Palomba che prevede il loro abbandono dalla struttura per consentire i lavori di ristrutturazione dopo l’incendio che ha devastato il tetto. Al termine di quasi quattro ore di discussione, a cui hanno anche partecipato anche alcuni membri della Sala Rossa, fra cui il consigliere 5 Stelle Damiano Carretto e l’ex grillina Deborah Montalbano, l’assemblea pare non aver accolto l’intervento di mediazione dell’ex vicesindaco Guido Montanari. Ma è lo stesso ex numero due di Palazzo civico a chiamare in causa l’amministrazione: “Uno sgombero metterebbe sotto una luce negativa la giunta: a me quasi converrebbe. Ma quello che è stato fatto qui è prezioso, va preservato”. Gli occupanti sembrano quindi pronti al muro contro muro: l’appuntamento è fissato per domani alle 16 davanti alla prefettura (un’ora prima della firma) per chiedere “più tempo” ad Appendino. 

Parrebbe quindi cadere nel vuoto l’ultimatum della sindaca, che aveva invece escluso ogni possibilità di modifiche al documento e ribadito i tempi stabiliti per lo sgombero soft. Il rischio è che se domani si stracciasse il protocollo, martedì all’alba la polizia busserà alla porta della Cavallerizza imponendo con la forza sgombero e sequestro della struttura. La conseguenza dello scontro a viso aperto con l’amministrazione pentastellata, fanno notare alcuni dagli spalti, sarebbe che “qui non potremo mai più mettere piede, neanche negli spazi concessi dall’ultimatum, e sarà tutto svenduto ai privati”.

Ma c’è chi alza il tiro: nel caso (assai probabile) in cui domani venisse negata ogni richiesta di proroga avanzata dagli occupanti, una delle reazioni potrebbe essere l’occupazione del bene Unesco. “Meglio morire in piedi che schiacciati”, dichiara la battagliera consigliera Montalbano, sapendo di potersi insinuare in una faglia aperta tra Appendino e un pezzo della sua maggioranza che continua a solidarizzare con l’Assemblea Cavallerizza 14:45. Lo spettro dell’occupazione si aggira tra i corridoi del sito Unesco, ma pare che nessuno abbia davvero voglia – dopo cinque anni di “lotta” – di finire nei guai. Annusando il rischio di una disfatta, Montanari invita alla moderazione e, segnalando “alcuni elementi positivi” riscontrati nel documento di intesa, propone di “istituire un comitato largo di scopo”. Ricorda i capisaldi da difendere durante i negoziati con l’ex collega Appendino, a partire dalla richiesta di garantire continuità alle attività artistiche. Più cauto il consigliere 5 stelle (un tempo membro attivo dell’assemblea) Carretto, che ha invece dichiarato: “Non do indicazioni all’assemblea sul da farsi: decida questa seduta se firmare o meno l’accordo di domani”. Una neutralità dettata da un estremo tentativo di evitare che si accentui la frattura all’interno della maggioranza?

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