ITALIA VIVA

Renzi con il notaio delle madamin

Prima della conferenza organizzativa del nuovo partito, venerdì prossimo l'ex premier sarà a pranzo con oltre un centinaio di imprenditori. Organizza Ganelli, nel cui studio le sette suffragette della Tav hanno siglato la nascita del comitato

Dalle  madamin a  Matteo Renzi. Toh chi si rivede, il notaio  Andrea Ganelli. Colui che aveva tenuto a battesimo il comitato  Sì Torino va avanti, costituito con le sette signore in arancione che volevano la Tav, e che ora è pronto a sedersi al tavolo con l’ex rottamatore. È proprio Ganelli, l’erede del prestigioso “Studio Marocco”, che sta organizzando un pranzo con circa duecento imprenditori e professionisti piemontesi all’hotel Principi di Piemonte, nel giorno in cui Renzi sarà a Torino per un incontro organizzativo con parlamentari, dirigenti ed eletti di tutta Italia. Quella Viva, ça va sans dire.

Già ad agosto, mentre infuriava la crisi di governo, il notaio aveva scritto a Renzi per chiedergli un incontro, ma allora l’ex premier era in altre faccende affaccendato, tra l’imminente nascita del governo giallorosso e la successiva nascita della sua nuova creatura. “Se ne parla dopo la Leopolda” fu la replica. E così è stato. D’altronde da mesi c’è un link diretto tra Ganelli e il mondo renziano, garantito dalla deputata  Silvia Fregolent: i due condividono il giudizio (negativo) sull’amministrazione Cinquestelle e soprattutto il rifiuto per un patto tra Pd e pentastellati in vista del 2021. Inoltre, non è affatto escluso che Ganelli colvi l'ambizione di una candidatura a sindaco. Attovagliati davanti a un menu tutto piemontese ci saranno quegli imprenditori che continuano a considerare Renzi un interlocutore: il piatto forte sarà il futuro di Italia Viva e soprattutto le sue strategie in un’area strategica come quella del Torinese.

Subito dopo il senatore di Rignano si sposterà al Teatro dei Ragazzi, in corso Galileo Ferraris dov’è prevista la riunione organizzativa con quadri e dirigenti nazionali del neonato partito. E a proposito c’è chi è già in ansia per i (pochi) posti di una sala “omologata” per poco più di duecento persone con gente che ha già prenotato voli e albergo per non perdersi l’evento, ignorando che si tratta di una kermesse a inviti in cui peraltro l’organizzazione è completamente appaltata al livello nazionale. “Ma allora chi è che decide chi entra e chi sta fuori?” ci si chiede in una chat di Italia Viva che è già in subbuglio visto il sold out annunciato.

Anche perché a molti non è chiaro il modello di partito che abbia in mente Renzi. Di certo c’è che l’organizzazione non prevede un piano regionale, ma una diarchia uomo-donna nelle varie province secondo uno schema già adottato dai Verdi. Ma nel caso di Italia Viva si tratterà non di eletti ma di “nominati” una sorta di commissari designati per questa fase di start-up. “E l’iscrizione ai circoli come verrà controllata essendo tutto on line?” e ancora “come controlleremo chi sono e da dove vengono tutti quelli che apriranno una sezione?”. Tante domande, in gran parte da chi ha ancora in mente un modello di partito novecentesco. A qualcuna di queste potrebbe rispondere Renzi venerdì.

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