OPERE & OMISSIONI

Terzo Valico, 49 milioni congelati

Senza la nomina del commissario di governo i fondi destinati ai Comuni sono bloccati e le opere necessarie per il territorio restano lettera morta. "Ci sono contratti da rivedere, a rischio il lavoro per 2.500 addetti", denuncia l'ex viceministro Rixi

Quarantanove milioni fermi da un anno e cantieri che rischiano di fermarsi a fine mese. Due situazioni, anche se sarebbe più appropriato chiamare emergenze, che dovrebbero bastare e avanzare per tenere le luci accese anche di notte nel palazzo di piazza di Porta Pia e fare quel che il ministro Paola De Micheli ha più volte annunciato senza aver tradotto le parole in atti concreti.

“Senza il commissario non possiamo neppure incominciare a ragionare sui progetti per utilizzare quei 49 milioni destinati agli undici comuni interessati dal tracciato nella provincia di Alessandria”. Il commissario di cui parla Alberto Carbone, sindaco di Serravalle Scrivia, è quello del Terzo Valico e manca ormai dal 18 novembre dell’anno scorso quando l’architetto Iolanda Romano lasciò anzitempo l’incarico. “Se non si procede rapidamente alla revisione dei contratti i lavori si bloccano e non si procede immediatamente alla nomina del commissario con l’accorpamento del nodo ferroviario di Genova la data del 2023 prevista per il completamento dell’opera rischia di slittare e chissà di quanto”, avverte Edoardo Rixi, parlamentare ligure della Lega ed ex viceministro delle Infrastrutture nel precedente Governo.

“Dopo la costituzione del nuovo Governo sono state riprese le interlocuzioni con i vari soggetti istituzionali coinvolti al fine di pervenire all'individuazione di una figura professionale che possa adempiere al meglio alle complesse e molteplici attività che la disposizione di legge demanda al commissario. Interlocuzioni che porteranno all'individuazione del commissario e all'avvio della conseguente procedura nei prossimi giorni", ha detto la De Micheli. Prossimi giorni, ed è passato quasi un mese.

Da notare che il nome del successore della Romano era già stato concordato tra la Regione Liguria e il governo gialloverde nel luglio scorso, individuandolo nell’attuale presidente del consorzio Cociv (il general contractor del Terzo Valico) Marco Rettighieri. Per il Mister Wolf chiamato a risolvere problemi complessi, l’uomo che aprì il cantiere della Tav in Val Susa e poi venne chiamato a mettere mano alla disastrata azienda dei trasporti di Roma, sembrava fatta. Invece tra una frenata di Danilo Toninelli e un’accelerata di Salvini verso la crisi di governo, l’ingegnere quella nomina non l’ha mai ricevuta.

Nel frattempo passano i mesi e quei 49 milioni stanziati nel 2018 dal Cipe per un progetto per quanto più possibile omogeneo tra gli undici comuni piemontesi attraversati dalla linea che dovrà collegare il porto di Genova con la pianura padana e le grandi direttrici europee sono lì, fermi, "senza che neppure si possa incominciare a ragionare come impiegarli nel modo migliore", come rimarca Carbone. Dopo aver incassato un milione ciascuno, i comuni aspettano ormai da un anno di sedersi attorno a quel tavolo che, come prescrive la legge, deve essere coordinato dal commissario per arrivare una decisione unanime sull’impiego della quasi totalità delle risorse rappresentata dai 49 milioni sul totale di 60 stanziati dallo Stato.

“Si potrebbe immaginare di utilizzarne una parte per interventi si messa in sicurezza e miglioramento delle condizioni del territorio”, osserva il sindaco di Serravalle, a pochi giorni dall’ondata di maltempo che ha flagellato l’Alessandrino mettendo ancora una volta in evidenza la necessità di interventi di tutela. Poi, ovviamente, c’è lo sviluppo della logistica cui si guarda naturalmente nelle aree attraversate dalla futura linea ferroviaria. Ma nulla di può muovere fino a quando il ministro del Pd, da cui in Piemonte si continua ad attendere una decisione che sblocchi un’altra opera come l’Asti-Cuneo, non deciderà chi mandare su quella poltrona vuota da un anno. Sfumata del tutto l’ipotesi Rettighieri? Secondo fonti parlamentari la De Micheli non avrebbe escluso addirittura l’ipotesi di raddoppiare i commissari: uno per la tratta ligure con il nodo di Genova e un altro per il tracciato piemontese. Una soluzione che a detta di molti complicherebbe anziché semplificare procedure che già devono scontare un anno di ritardi.

Tra i possibili successori della Romano, nelle scorse settimane si è affacciato il nome dell’ex senatore alessandrino del Pd Daniele Borioli. Un passato da assessore ai Trasporti nella giunta regionale di Mercedes Bresso e cinque anniin analoga commissione a Palazzo Madama, Borioli vicinissimo al vicesegretario del partito Andrea Orlando che lo ha recentemente nominato commissario del Pd di La Spezia (città dell’ex guardasigilli) potrebbe contare proprio sul sostegno del vice di Nicola Zingaretti per una sua nomina a commissario.

“Ci sono contratti da rivedere, decisioni da assumere di fronte a fallimento di alcune imprese a lavori che non risultando più remunerativi qualcuno magari pensa di non effettuare", osserva Rixi. “Ci vorrebbe addirittura un commissario con poteri ampi, sul modello del ruolo del sindaco Marco Bucci per il ponte Morandi, invece siamo ancora qui ad aspettare con il rischio anche per i 2.500 posti di lavoro”. È arrivata da tempo, invece, la lettera scritta dagli undici sindaci piemontesi alla De Micheli per sollecitare quella nomina senza la quale non si può neppure incominciare a ragionare su come impiegare i fondi.

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