GIALLOROSSI

"Inseguire i Cinquestelle, una follia per il Pd"

Bragantini, coordinatrice della segreteria regionale, spiega perché continuare a ipotizzare alleanze con i grillini è autolesionismo puro. "A Torino dobbiamo rappresentare l'alternativa alla giunta Appendino, il cui rapporto con la città è ai minimi"

L’alleanza del Pd con i Cinquestelle per le comunali del 2021 a Torino “è un tema che non sarebbe neppure da porsi. Una discussione che se non trova ragione altrove, figurarsi qui dove i grillini rappresentano e applicano un modello di governo della città che i torinesi hanno già compreso, a loro spese, essere fallimentare”.

Ex parlamentare salita sul suo taxi dopo essere scesa dallo scranno di Montecitorio, Paola Bragantini, già fassiniana e attualmente nelle fila di chi ha sostenuto Nicola Zingaretti al congresso, è coordinatrice della segreteria regionale del partito. Non ha mai girato attorno alle parole. Non lo fa neppure ora, per ribadire quel che non ha taciuto l’altra sera durante la Direzione in via Masserano, quando, per l’ennesima volta, la questione “che tutti negano” è tornata ad affacciarsi. “Inutile nascondersi che nel momento in cui a livello nazionale c’è chi propone di fare un’alleanza organica con i Cinquestelle, il tema si proponga. Ma a Torino, a mio avviso, non è neppure da accennarla una discussione. Noi dobbiamo essere alternativi a questo modello, altro che possibili alleanze”. La giunta di Chiara Appendino ha toccato il fondo, il rapporto con i vari livelli della città è irrimediabilmente compromesso, sarebbe perlomeno un controsenso stringere accordi.

Matteo Renzi ha appena finito di ripetere, a Torino, “Mai coi Cinquestelle” e una piddina antirenziana come Bragantini esprime identico concetto. Insomma, se in una cosa sono riusciti i grillini sotto la Mole è rispolverare le antiche convergenze parallele facendole rivivere nel centrosinistra. Renziani e chi nel Pd è più lontano da loro, uniti in quel “mai”. “Il fatto che siano comprensibili le ragioni che hanno portato a fare un Governo con il M5s, non vuol dire che lo siano per fare un’alleanza strutturale, anche a livello locale. In fondo con Monti si è governato con il centrodestra, ma poi nessuno ha posto la questione che quell’esperienza contingente dovesse diventare un’alleanza politica strutturale”. E inoltre c’è quell’esatto contrario di ciò che è riuscito a Matteo Salvini e che rischia invece di ritorcersi contro i dem: il leader della Lega nell’anno di governo gialloverde è riuscito a prosciugare i Cinquestelle, dettanto in molte occasioni la linea, mentre adesso sembra il Pd quello destinato a farsi prosciugare.

La foto di Narni nell’album del Pd torinese? “Sarebbe un suicidio”, taglia corto l’ex deputata che, in questa visione prospettata al 2012 si trova sulla stessa linea del segretario del Pd torinese Mimmo Carretta, così come quella del capogruppo in Sala Rossa Stefano Lo Russo. “Mai con i Cinquestelle” è il mantra renziano, ribadito ieri nella kermesse di Shock dalla renzianissima Silvia Fregolent, marcando ancora una volta la differenza tra la posizione netta di Italia Viva da quella meno definita del Pd per le future comunali torinesi. E proprio uscire da un’ambiguità latente è l’obiettivo di una parte dei dem. Non di tutti.    

Stefano Lepri ha detto che dobbiamo avere un atteggiamento diverso verso la giunta comunale, addirittura che dobbiamo smetterla di fare un linciaggio”. Bragantini non ha digerito l’invito del deputato cattolico, in Direzione. “Io credo che il nostro ruolo sia fare opposizione a un’amministrazione che non amministra bene e fa danni. Il nostro impegno è quello di proporre un modello di governo della città alternativo, dobbiamo parlare agli elettori non ai gruppi dirigenti dei Cinquestelle”.  

Se per l’ex parlamentare “la domanda su come rafforzare la coalizione è legittima, altri ragionamenti non lo sono”. Così come non può essere il Governo nato per necessità il modello di future alleanze. “Credo che se domani dovessimo fare un referendum tra gli iscritti la stragrande maggioranza direbbe no a qualsiasi tipo di abboccamento con i Cinquestelle. Elucubrazioni dei singoli dirigenti lasciano il tempo che trovano”. Messaggio forte e chiaro.   

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