OPERE & OMISSIONI

Città della Salute in stallo, legge ferma in Commissione

Giunta e maggioranza non calendarizzano il ddl per il superospedale di Novara. E così tra la melina dell'assessore Icardi e l'impasse della Lega i tempi si allungano ancora. Rossi (Pd): "Li sfidiamo, dimostrino che ci tengono al progetto"

“Basta tentennamenti”. Quell’esortazione che sapeva tanto di avvertimento, Alessandro Canelli non l’ha fatta a caso pochi giorni fa chiedendo di “calendarizzare al più presto in commissione e quindi in consiglio regionale l’approvazione della legge per la Citta della Salute di Novara”. Il sindaco annusato l’aria e, come si dice, conoscendo i suoi polli ci ha azzeccato: nessuno in giunta così come nei partiti della maggioranza incominciando dal suo, la Lega, ha mosso un dito per mandare avanti quella legge che ancora legge non è, farla approvare in fretta come promesso e procedere una buona volta senza tentennamenti verso la costruzione del grande polo ospedaliero.

Sarebbe bastato e basterebbe poco: sostituire un punto nell’agenda della commissione Sanità inserire la discussione sulla norma di appena tre articoli chiesta dal ministero a garanzia del pagamento del canone stabilito nel partenariato pubblico-privato. Avrebbe potuto farlo e potrebbe farlo la giunta con un suo provvedimento calendarizzato o uno dei gruppi di maggioranza con una delle sue proposte. Perché se è vero che non si può discutere un testo non calendarizzato e non lo si può aggiungere all’elenco già definito a metà di ottobre per i prossimi quattro mesi è altrettanto vero e ci sono fior di precedenti a confermarlo che è assolutamente possibile inserire un provvedimento ritenuto urgente al posto di un altro.

“Li avevamo sfidati – ricorda il consigliere regionale del Pd Domenico Rossi, riferendosi alla maggioranza –. Abbiamo detto: dimostrateci che vi interessa di più la Città della Salute rispetto alla legge sul gioco d’azzardo patologico, che è più urgente avviare la costruzione del nuovo polo sanitario che non modificare una legge che va bene così com’è”. Niente da fare.

Rossi, che pur essendo sull’altra sponda politica rispetto a Canelli  sulla Città della Salute la pensa come il sindaco e come lui ha annusato aria di melina, punta l’indice verso il presidente della Regione Alberto Cirio e il suo assessore Luigi Icardi: “Se la giunta vuole, può cambiare un provvedimento per far posto alla norma sulla Città della Salute. C’è il progetto di legge sugli allontanamenti zero dell’assessore Chiara Caucino, possono spostare quello, per esempio. O un altro. La verità e che ancora l’altro giorno nella riunione dei capigruppo dalla maggioranza come dalla giunta non è arrivata una sola parola su Novara”.

Il consigliere dem, ma non solo lui, si chiede come possa conciliarsi la rassicurazione data da Icardi – “la questione sarà risolta in quindici giorni” – se nessuno nella maggioranza ha fatto nulla per portare a breve i aula il testo approvato (dopo una lunga attesa) una settimana fa dalla giunta.

Non senza ragioni, per questo impasse, si guarda innanzitutto proprio all’assessore alla Sanità, ma anche al capogruppo del Carroccio Alberto Preioni e ci si chiede quale la ragione che impedisca di fare ciò che lo stesso governatore ha annunciato e promesso ai quattro venti, ovvero di approvare al più presto la legge senza la quale nulla si sblocca per la Città della Salute.

Il presidente della IV commissione Alessandro Stecco, anche lui del partito di Matteo Salvini, ha le mani legate: se nella conferenza dei capigruppo non si decide, ma neppure si è proposto, un cambio con un altro oggetto in calendario, il medico vercellese non può che proseguire rispettando il programma stabilito. “L’ultima programmazione è stata fatta lo scorso 16 ottobre – spiega Rossi – e se non si cambierà, per la Citta della Salute bisognerà aspettare il nuovo calendario che verrà fatto a febbraio”. Idem, per l'altra Commissione, la prima, che potrebbe assolvere al compito. Altro che due settimane, tre mesi è più, sempre sperando che poi venga messa in agenda e non troppo avanti.

Roba da far uscire il fumo dalle orecchie al sindaco Canelli che già aveva mostrato tutto il suo nervosismo e la sua giustificata preoccupazione nelle settimane addietro quando la norma chiesta dal ministero era ferma negli uffici e intanto si muovevano ipotesi diverse dal partenariato attorno al progetto, con l’assessore a dir poco scettico sul contratto predisposto, mostrandosi aperto a possibili alternative tra cui l’intervento dell’Inail o un mutuo con Cassa Depositi e Prestiti. Lo stesso Icardi, nei giorni scorsi ha spiegato di aver già inviato il testo al ministero. “Bene, ma quella non è una legge fino a quando non viene votata dal consiglio” ribadisce il consigliere novarese del Pd.“ Se non si calendarizza in commissione resta tutto fermo”. Già, nel migliore dei casi (si fa per dire) se ne riparlerà l’anno prossimo. 

“Con il rischio che se cade il Governo bisogna ricominciare da capo, rallentando, anzi fermando tutto chissà per quanto”, avverte Rossi. “Basta intoppi” ha ammonito il sindaco di Novara. Finora nessuno, neppure nel suo partito, sembra avergli dato ascolto. E se la legge che legge ancora non è resta fuori dalla commissione, sarà molto più difficile sgombrare il campo da quei dubbi sussurrati sulla reale unanime intenzione, al di là delle parole, di costruire e in fretta la Città della Salute.

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