OPERE & OMISSIONI

Asti-Cuneo, ora il piano De Micheli

Dopo Delrio e Toninelli tocca alla nuova ministra partorire una soluzione che, ovviamente, supera i progetti precedenti. Ipotesi riduzione del valore di subentro per garantire la concorrenza. Ma la data d'inizio lavori resta un'incognita

Dopo il piano Delrio e quello Toninelli, adesso per l’Asti-Cuneo arriva il piano De Micheli. “Oggi ci sarà un’informativa al Cipe” dice la ministra delle Infrastrutture nel corso della sua visita in Piemonte, accompagnata dal governatore Alberto Cirio e dall'assessore ai Trasporti Marco Gabusi, incominciata ad Alessandria e proseguita ad Asti e Alba per concludersi a Torino. Quello che sembra sempre più un gioco dell’oca e che va avanti da mesi attraversando governi e continuando a lasciare senza l’ombra di un cantiere la grande incompiuta piemontese, avrà dunque l’ennesimo ritorno alla casella di partenza o comunque un notevole salto all’indietro con l’approdo del nuovo dossier in quel Comitato interministariale per la programmazione economica dove, peraltro era finito l’estate scorsa, il progetto di Danilo Toninelli.

Come noto, era stato il ministro grillino a gettare nel cestino lo schema predisposto dal suo predecessore, il dem Graziano Delrio, già passato positivamente al vaglio dell’Unione Europea che sarebbe poi tornata a chiedere lumi a De Micheli appena insediata nel dicastero di piazza di Porta Pia: si va avanti con il progetto Delrio o il Governo intende scegliere quello di Toninelli? Questa in sostanza la domanda di Bruxelles. Rimasta senza risposta ormai da settimane, così come gli interrogativi indirizzati a Roma dal Piemonte.

E se c’era chi si aspettava che la risposta chiara e definitiva venisse data oggi dalla ministra è rimasto deluso, o perlomeno non del tutto soddisfatto. “Non intendo fare nessuna promessa” ha messo le mani avanti la De Micheli, annunciando che il nuovo piano arriverà oggi nella riunione preparatoria del Cipe. “Visti i problemi sui progetti precedenti credo che siano state affrontate tutte le obiezioni sollevate dai vari enti”, ha aggiunto non spiegando tuttavia quali obiezioni sarebbero state sollevate sul progetto Delrio, visto che era arrivato a ottenere anche il via libera dell’Europa, l’ultimo scoglio.

“Mi auguro che sia la decisione definitiva e farò di tutto perché lo sia” ha spiegato la ministra riferendosi al piano che, secondo quanto trapela, dovrebbe avere come elemento di novità rispetto allo schema Toninelli un forte ridimensionamento del valore di subentro, rendendo quindi più contendibile l'aggiudicazione dei lavori. Proprio questo era ed è l’elemento che porrebbe l’Italia a forte rischio di procedura di infrazione da parte dell’UE: cioè la somma che il nuovo concessionario della Torino-Milano dovrebbe versare al Gruppo Gavio (esecutore dei lavori di completamento dell’Asti-Cuneo) in caso di vittoria nella gara risulterebbe talmente elevata da poter ledere, appunto, la normale concorrenza tra aspiranti gestori. Se pare destinato a essere ridotto il valore di subentro, il piano economico finanziario sarebbe sostanzialmente quello definito dall’ex ministro ora capogruppo alla Camera del Pd.

Intanto nel giorno del tour, a tappe forzate, della ministra nella regione è un parlamentare piemontese di Forza Italia a tornare sulla questione. “Il 4 agosto scorso il Mit comunicò trionfalmente che la storia trentennale della costruzione dell’autostrada Asti-Cuneo era arrivata alla soluzione con una piano che comportava un aumento di 800 milioni del valore di subentro che il socio privato avrebbe avuto nel 2026 sulla Torino-Milano e dunque una ripresa quasi immediata dei lavori” afferma il senatore Lucio Malan. "Sono il primo a dire che l’Asti-Cuneo va completata, ma – ricorda l’esponente azzurro – dissi subito che un piano che viola apertamente le norme europee, non servirà a nulla perché sarà stoppato. L’Unione Europea, a tutela della concorrenza ha stabilito un parametro per cui, in questo caso, il valore di subentro non può superare i 300 milioni, contro i 1200 stabiliti dal ministero. La differenza, 900 milioni, sarebbe l’ennesimo regalo al concessionario, a spese di chi viaggia sulla Asti-Cuneo e soprattutto sulla Torino-Milano”. Poi l’affondo del senatore: “Né il ministro dell’epoca Toninelli, né l’attuale De Micheli, hanno risposto alla mia interrogazione di agosto. Oggi, dopo altri quattro mesi in cui nulla si è mosso ne presento un’altra. I piemontesi non devono essere presi in giro né salassati al casello con pedaggi che sono il doppio di ciò che potrebbero essere con una gestione normale della cosa pubblica”.

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