ITTIOLOGIA POLITICA

Dai comu alle madamin, tutti pazzi per le sardine

Reduci dalla marcia No Tav i militanti di Rifondazione annunciano la loro presenza domani al flash-mob. Fianco a fianco con le suffragette dell'alta velocità in rigorosa tenuta "arancione". Gli organizzatori puntano a portare in piazza Castello 25mila persone

“Qualcuno era comunista perché chi era contro era comunista”, recita un verso di una celebre canzone di Giorgio Gaber. Sembra averlo preso alla lettera il segretario provinciale di Rifondazione Comunista Ezio Locatelli che, dopo la tradizionale manifestazione No Tav di ieri in Valsusa, domani sera sarà accanto alle sardine torinesi per protestare contro “la strafottenza bieca di Matteo Salvini”. E così domani in Piazza Castello i “compagni”, reduci dal corteo contro l’odiato superteno, si troveranno gomito a gomito (o branchia a branchia) con le sardine del fronte opposto: le madamin. Giovanna Giordano Peretti, una delle fondatrici del comitato “Sì, Torino va avanti”, ha scelto di aderire al flash mob lanciando le “Sardine in arancione” e, as usual, dando istruzioni di dress code alle proprie truppe: “Ci vestiremo con qualcosa di arancione, porteremo qualcosa di arancione e stamperemo tante sardine arancioni. Ci troveremo alle 18 in Piazza Solferino”. Le madamin si sono gettate fin da subito nella rete delle sardine torinesi e sia la Giordano Peretti sia Patrizia Ghiazza, altra suffragetta sì Tav, si mostrano particolarmente attive. Ieri sera la “madamin maxima” aveva lanciato la proposta di portare in piazza la bandiera italiana: “Sono stufa di sentire dichiarazioni di Salvini in cui pare che tutti gli Italiani siano con lui”, aveva scritto in un post sul gruppo Facebook. La loro presenza non pare però aver entusiasmato granché le sardine, tanto che persino uno degli amministratori, Marco Faccio, si era lasciato scappare un commento poco galante nei loro confronti: “Lasciamo stare le Madamine: hanno avuto il loro perché, ma questa è e dev'essere una storia diversa”. Un fastidio verso tale smania di protagonismo che si legge anche in una nota ufficiale nella quale i coordinatori del gruppo specificano che “forse sarebbe stato meglio partecipare come cittadini, senza proclami, senza distinguo, senza aggrapparsi a una boa a forma di sardina arancione per farsi notare; ma tant’è! In piazza Castello, in fondo, si canterà a favore delle minoranze, tutte le minoranze, indipendentemente dal loro colore”. Polemiche che alla fine inducono la madamin Giovanna a gettare la spugna e rinunciare, suo malgrado, a scendere in piazza.

Rossi e arancioni insieme contro Salvini, quindi, e proprio nel luogo in cui entrambe le fazioni avevano inscenato una prova muscolare a colpi di piazza. Eccolo il “miracolo” delle sardine: aver incluso nello stesso “banco” persone dalle idee diametralmente opposte. “La nostra presenza alle due manifestazioni (quella No Tav di ieri e quella delle sardine di domani, ndr) – ha spiegato Locatelli – è motivata dalla volontà di tenere insieme l’impegno democratico, antifascista, antirazzista con l’impegno contro le politiche neoliberiste di devastazione sociale e ambientale”. E se la leader delle madamin aveva annunciato trionfante la fine della lotta di classe, Locatelli ribadisce che “il salvinismo” si può sconfiggere solo adottando “una politica imperniata sui valori di eguaglianza e di giustizia sociale”, principi che a suo dire sarebbero stati “calpestati in anni di politiche di attacco ai diritti del lavoro, di riduzione delle tutele e dello stato sociale, di precarizzazione dell’esistenza delle persone”.

Intanto, mentre le piazze di mezza Italia si riempivano una dopo l'altra al canto di “Bella ciao”, il gruppo Facebook delle sardine di Torino ha raggiunto i 70mila iscritti e l’evento ufficiale di domani ha già raccolto fra le venti e le trentamila adesioni. “Puntiamo a essere 25mila”, è la speranza del fondatore del “banco” torinese Paolo Ranzani. Un numero che seguirebbe la media di grandi centri come Milano e Firenze, ma che sarebbe comunque molto superiore a città come Genova (8mila), Palermo (4mila), Napoli (10mila) e la “capitale” delle sardine, Bologna (15mila). In realtà, la speranza dei capi-sardine torinesi è quella di fare diPiazza Castello la “sardinata” più numerosa d’Italia: una prospettiva non irrealizzabile, dal momento che sui social il gruppo torinese è secondo solo a quello della Capitale.

L’appuntamento è confermato per le 19. Una volta radunate, le sardine intoneranno a bocca chiusa l’ormai tradizionale inno partigiano per protestare contro la violenza sulle donne. A dare il la sarà Alice Uli Protto, la giovane cantante divenuta celebre in questi giorni per aver adattato la storica ballata antifascista “Badoglieide” in chiave anti-Salvini, soprannominandola “La Salvineide”.  “Porteremo cultura lasciando a casa l’insulto”, spiega il fondatore Paolo Ranzani, invitando tutti a scambiarsi un libro domani “in segno di pace”.

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