POLVERE DI (5) STELLE

Volano gli stracci nel M5s, scontro sul capogruppo

Dopo la riunione tra i consiglieri, viene comunicato il passaggio di consegne tra Frediani e Sacco, ma nella pec finisce per sbaglio anche il verbale che riassume la crisi in atto. E per rimediare al pasticcio la decisione viene (momentaneamente) congelata

Sarebbe dovuto passare inosservato, un avvicendamento naturale figlio di quella rotazione che già nella passata legislatura il Movimento 5 stelle aveva adottato, e invece il passaggio di testimone nel ruolo di capogruppo tra Francesca Frediani e Sean Sacco è diventato noto a tutti per quello che era: l’epilogo di uno scazzo interno al gruppo pentastellato. Galeotto è stato quel verbale di un’accesa riunione tenutasi lunedì scorso, allegato per sbaglio alla comunicazione con cui i grillini di Palazzo Lascaris hanno annunciato all’ufficio di presidenza del parlamentino piemontese il cambio di capitano. Un verbale in cui venivano riassunti sei mesi di tensioni e incomprensioni tra Frediani e almeno alcuni dei suoi colleghi dai quali ha dichiarato di non sentirsi riconosciuta nel proprio ruolo. Di qui la decisione irrevocabile di dimettersi da capogruppo, dopodiché gli altri consiglieri hanno proceduto con la votazione del successore. La scelta è ricaduta proprio sul giovane Sacco, alessandrino classe 1992, una laurea in Scienze dell’amministrazione e consulenza del lavoro, dal 2017 collaboratore del gruppo regionale, dove si è occupato di appalti, società partecipate e tutela dei lavoratori. Tra coloro che si sono detti dispiaciuti, almeno secondo quanto filtra, ci sarebbe Giorgio Bertola, candidato a governatore del MoVimento, ma che nulla ha potuto per evitare il precipitare degli eventi.

Appena si sono accorti del pasticcio, i Cinquestelle hanno inviato una errata corrige, chiedendo al presidente Stefano Allasia di annullare la comunicazione precedente, ma il danno ormai erai fatto e panni sporchi finiti in piazza. Decisione congelata, solo per il momento, in attesa che si calmino le acque.

Resta da capire quale sarà il futuro di Frediani, sempre più ai margini del M5s. Lei che è approdata alla corte di Beppe Grillo dopo anni di militanza No Tav nella sua Valsusa e si è ritrovata a osservare impotente a un governo giallo-verde prima e giallo-rosso poi che hanno dato il via libera alla Torino-Lione dopo anni di proclami. Lei che per essere rimasta nel M5s è pure finita nel mirino di qualche frangia No Tav, come dimostra la scritta comparsa nel giorno del corte dell’Immacolata. C’è chi la definisce sempre più nervosa e disillusa per l’esito di questa vicenda e non è detto che quest’ultimo incidente non si trasformi nel casus belli che la porterà fuori dai Cinquestelle.

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