PARTECIPATE

Caos Atc sulle nomine, parola all'Anticorruzione

La designazione di due componenti delle Agenzie per la casa piemontesi risulterebbe in contrasto con la legge Severino. E mentre da Cuneo parte la segnalazione all'Anac, a Novara si dimette il commissario Genoni

Il tempo si è fermato nelle case popolari del Piemonte, rimaste in un limbo tra passato e futuro e non solo per le manutenzioni talvolta tardive. A più di sei mesi dalle elezioni regionali che hanno sancito il cambio della guardia in piazza Castello, con la nascita della nuova giunta di centrodestra, ai vertici delle Atc restano gli uomini scelti a suo tempo da Sergio Chiamparino. Una situazione frutto del pasticcio sulle nomine combinato dalla maggioranza, con almeno un paio di membri designati nei cda in odor di incompatibilità.

Così i presidenti vengono prorogati col nuovo ruolo di commissari a tempo indefinito (più che indeterminato) e se c’è chi accetta di buon grado anche il regime di prorogatio, altri decidono di levare le tende. Quest’ultimo è il caso del novarese Giuseppe Genoni, che oggi ha rassegnato le dimissioni: “L’ente, da troppo tempo, si trova privo di un organo amministrativo che sia nel pieno dei suoi poteri ed è altresì privo da luglio della figura del direttore generale – che dovrà essere nominato dal nuovo Consiglio – la cui competenza è indispensabile per svolgere i compiti previsti dallo Statuto” afferma Genoni, che sotto la cupola di San Gaudenzio è il coordinatore di fatto di Italia Viva. Proprio nell’Atc del Piemonte Nord, che racchiude le province di Novara, Vercelli, Biella e Vco, il centrodestra sembra essere finito in un cul de sac. Qui il presidente designato sarebbe il leghista Marco Marchioni, il quale però è incompatibile, secondo quanto previsto dalla legge Madia, per via del suo incarico a capo del Consiglio dell’Unione montana Cusio e Mottarone, ente peraltro presieduto dal cugino Paolo Marchioni, sindaco di Omegna. Dunque ora Marchioni risulta nominato nel cda, ma senza aver ottenuto la carica di presidente che dovrebbe conferirgli la giunta. Il tutto in attesa di approfondimenti tecnici che negli ultimi giorni hanno consigliato un escamotage per tenere insieme capre e cavoli: Marchioni resta nel cda senza deleghe operative così da non rimanere imbrigliato nelle maglie della legge Severino (39/2013), e, in attesa che maturino i tempi, per un anno lo dovrebbe sostituire al vertice Luigi Songa. Basterà per evitare di dover rifare tutto da capo? Difficile a dirsi.

Anche perché intanto da Cuneo, dov'è in carica l'ex presidente, ora commissario, Gino Garzino, è partita una segnalazione all’Anac, l’Autorità anticorruzione, sulla posizione non solo di Marchioni ma anche di un altro consigliere d’amministrazione appena designato nell'Atc del Piemonte Sud: si tratta di Mario Canova, uomo vicino ad Alberto Cirio, che dovrebbe ricoprire il ruolo di consigliere semplice, mentre la presidenza spetterebbe al leghista Paolo Caviglia. Il tutto mentre a Torino lo scettro resta saldamente nelle mani di Marcello Mazzù, in attesa che si sblocchi l’impasse e possa subentrargli Emilio Bolla. Un limbo che potrebbe durare anche a lungo.