POLVERE DI (5) STELLE

Dadone e Romano, morosi a 5 Stelle

Nel giorno in cui scoppia la polemica per le mancate restituzioni dell'ormai ex ministro Fioramonti, un faro si accende anche sul ministro cuneese e altri colleghi parlamentari. A far esplodere il caso è Paragone e ora c'è chi rischia l'espulsione

“A fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura”, diceva Nenni. Quella frase che affonda ormai nella preistoria politica sembra non perdere affatto di attualità anche di fronte ai processi interni ai Cinquestelle. Anzi. Se i probiviri sono pronti a vagliare la posizione di Gianluigi Paragone per il suo voto contrario alla fiducia dell’altro giorno, il senatore dai lontani ma non dimenticati trascorsi leghisti, quando una vita fa era direttore della Padania, risponde non solo invocando l’intervento della “disciplinare” pentastellata nei confronti di chi – e sono molti – non ha restituito la tanto sbandierata parte dello stipendio da parlamentare, ma ricusa apertamente la ministra cuneese Fabiana Dadone nel suo suolo di probiviro. Motivo? Il fatto di appartenere pure lei alla schiera dei ritardatari nel mettere mano al portafogli.

“Dovrà giudicare me, anche se un po' incompatibile – dice il giornalista diventato senatore riferendosi alla ministra piemontese - visto che è ferma a cinque mensilità. Te ne mancano un bel po’, figlia mia... Purtroppo dovrai giudicare anche su te stessa. Sarò costretto - aggiunge - a fare esposto per chiedere l'espulsione dal gruppo".

Un bel clima, non c’è che dire. In un post sempre Paragone ha elencato, a mo’ di formazione calcistica, onorevoli e senatori “che non hanno rendicontato e restituito nulla”, aggiungendo che lui “uno dei pochi perfettamente in regola” rischia di essere cacciato per aver detto no alla manovra. E poi l’affondo alla Dadone che, tra l’altro, tra i parlamentari grillini è tra i più duri nei confronti dell’ormai ex ministro dell’Istruzione: “Chi ha coraggio non scappa” le durissime parole della titolare della Pubblica Amministrazione nei confronti dell’ancora per poco compagno di partito e già ex collega.

Ma il ministro Dadone non è l’unica grillina piemontese a essere piuttosto indietro con le restituzioni. Un faro rischia di accendersi presto anche sul giovane Paolo Romano, deputato astigiano, che in tutto il 2019 non ha rendicontato neanche un euro, secondo quanto si legge sul portale Tirendiconto.it. Taluni hanno restituito fino ad agosto, mese in cui è caduto il governo giallo-verde e più d’una nube si addensava sulla legislatura: tra questi spiccano i deputati torinesi Luca Carabetta e Jessica Costanzo e i senatori Alberto Airola ed Elisa Pirro oltre al novarese Davide Crippa. Buona parte dei piemontesi, tuttavia, risulta impeccabile o quasi: Celeste D’Arrando ha pagato fino a settembre, il viceministro dell’Economia Laura Castelli fino a ottobre, così come Susy Matrisciano. Sono perfettamente in regola, infine, Lucia Azzolina e Davide Serritella, che hanno versato fino a novembre.

Proprio le dimissioni di Fioramonti potrebbero portare a tre il numero dei ministri piemontesi, tutti del M5S. Salgono, infatti, le quotazioni della parlamentare biellese attualmente sottosegretaria al Miur. Classe 1982, docente e dirigente scolastica, trascorsi da sindacalista e definita tra i grillini più vicini al Pd, Azzolina sta raccogliendo un notevole sostegno da quella parte del movimento che la vede come la “scelta naturale”, una promozione meritata insomma.

Tra i supporter piemontesi anche l’ex parlamentare torinese Silvia Chimienti, nota per la sua battaglia contro la Buona Scuola renziana nella passata legislatura. “Credo che ora ci voglia molto coraggio e serva un ministro che abbia a cuore gli stessi obiettivi del ministro Fioramonti. Una docente, una dirigente, una persona esperta di legislazione scolastica che in questi mesi ha dimostrato impegno, sacrificio e coerenza e il cui lavoro è ampiamente apprezzato dall’intero mondo della scuola” ha detto in queste ore l’ex onorevole pentastellata tracciando il ritratto della Azzolina, “l’unica persona in grado di sostituire degnamente l’ormai ex ministro Fioramonti”.

Se finirà così, con la promozione della sottosegretaria a titolare del dicastero, le ministre grilline piemontesi saliranno a tre, con Azzolina insieme a Dadone e a Paola Pisano all’Innovazione. E per il Pd che già aveva dovuto ingoiare il rospo, accontentandosi solo del sottosegretario Andrea Giorgis, il boccone in Piemonte sarà ancora più amaro. 

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