GIUSTIZIA

Piazza San Carlo, "colpa del Comune"

La difesa di Prefettura e Questura scarica le responsabilità della tragica serata del 3 giugno 2017 sull'amministrazione comunale. Il servizio di ordine pubblico fu "impeccabile" e Palazzo civico non avrebbe seguito le 19 prescrizioni della Commissione di vigilanza

Inadempienze e superficialità vanno addebitate agli organizzatori, cioè il Comune di Torino e Turismo Torino, l’ente strumentale cui era stata affidata il 3 giugno 2017 la proiezione sul maxi schermo allestito in Piazza San Carlo della finale di Champions League Juventus-Real Madrid. Un evento che, come noto, ebbe un epilogo tragico: oltre 1.500 feriti e la morte di due donne, Erika Pioletti e Marisa Amato, a seguito dell’ondata di panico scatenatasi tra la folla. Per questa ragione la Procura contesta il disastro e l’omicidio colposo. La sindaca Chiara Appendino, l’ex questore Angelo Sanna e altri imputati hanno scelto il giudizio abbreviato, che verrà celebrato a febbraio.

A puntare il dito contro Palazzo civico sono gli avvocati di Prefettura e Questura durante l’udienza preliminare ripresa oggi al Palazzo di Giustizia. Secondo l’avvocato Claudio Strata, in difesa di uno degli imputati, il viceprefetto Roberto Dosio, gli organizzatori e i gestori della “non hanno letto le 19 prescrizioni impartite dalla Commissione provinciale di vigilanza. Dosio, il giorno dell’evento, aveva presieduto una commissione che secondo Strata “operò in modo diligente”. “Ci contestano – osserva il legale – l’inadeguatezza o l’inefficacia di alcune prescrizioni. Ma il vero problema è che nessuno le lesse, a cominciare dagli operatori del Comune e di Turismo Torino”. L’avvocato ha anche “invitato” il giudice e la procura a “riflettere sul ruolo dell’Amiat (l’azienda pubblica di igiene ambientale, ndr), che non rimosse dalla piazza le bottiglie in vetro nonostante le ripetute sollecitazioni della Questura, ma che non è stata chiamata in causa”. Strata ha anche affermato che non era compito della commissione vigilare sul rispetto delle prescrizioni: “La norma che introdusse l’obbligo di verifica fu introdotta solo il 28 luglio 2017”.

Stessa linea seguita dalla difesa di Alberto Bonzano, dirigente di polizia che figura tra gli imputati. La Questura fu “perfetta” nelle disposizioni impartite sulla security della serata. Le lacune sono da ricercare semmai “nell’organizzazione e nella gestione” dell’evento, che spettavano al Comune e all’ente Turismo Torino. “Abbiamo chiesto – spiega uno dei suoi legali, l’avvocato Mauro Ronco – una sentenza di non luogo a procedere. Bonzano ha fatto il suo dovere e lo ha fatto in modo perfetto, così come perfetto è stato il Questore”. Ronco ha sottolineato che Bonzano sollecitò più volte l’intervento dell’Amiat per rimuovere le bottiglie di vetro che con il passare delle ore si stavano accumulando nella piazza. L’udienza è stata aggiornata al 27 gennaio.

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