SALA ROSSA

Picche e ripicche nei Cinquestelle

Tra rancori e rappresaglie prosegue la House of Cards grillina. La maggioranza è a brandelli. Disinnescata con un mezzo ricatto la mozione di sfiducia di Carretto a Iaria. La vendetta di Sganga contro Curatella. Ne vedremo delle belle

Si respira aria da tregua armata nel Movimento 5 stelle di Torino. I due tronconi che costituiscono la maggioranza – i dissidenti da una parte e i lealisti dall'altra – attendono solo il momento della resa dei conti. Non sarà oggi, giorno del primo Consiglio comunale dell’anno, ma non tarderà. D’altronde i componenti del gruppo pentastellato si guardano ormai in cagnesco. L’entusiasmo iniziale è evaporato assieme alle tante promesse disattese e tutti o quasi sanno che le possibilità di rielezione sono ridotte al lumicino, soprattutto se il progressivo processo di ceduta strutturale del partito di Di Maio dovesse subire un’accelerazione dopo le elezioni in Emilia Romagna. Venerdì, tanto per dire, l’intero gruppo grillino a Trento ha fatto le valigie e il M5s è scomparso dal Consiglio cittadino. Ogni giorno ha la sua pena, a ogni passo una mina pronta a esplodere.

A Torino l’ultima a essere disinnescata è quella che aveva piazzato il dissidente Damiano Carretto contro l’assessore all’Urbanistica Antonino Iaria, reo di aver approvato in giunta la delibera sulla Cavallerizza, senza tenere conto delle indicazioni del gruppo Cinquestelle. La mozione di sfiducia, prima annunciata, poi fatta circolare tra i colleghi, non verrà però depositata. Resterà chiusa in un cassetto, senza possibilità di nuocere all’assessore tanto caro a Chiara Appendino. Il perché è frutto della ricostruzione di un esponente della maggioranza che racconta come dopo la pubblicazione del documento di Carretto sullo Spiffero (LEGGI), le chat interne siano letteralmente impazzite finché alcuni pretoriani della sindaca hanno ricordato al collega che c’era un’altra “sfiducia” di cui tenere conto, quella nei confronti della vicepresidente del Consiglio Viviana Ferrero, presentata dalle opposizioni e che proprio oggi verrà discussa e votata in aula. I numeri della maggioranza ormai sono strettissimi, basterebbe l’assenza di un paio di consiglieri grillini a provocare il patatrac. E Ferrero costituisce proprio assieme a Carretto, Daniela Albano e Maura Paoli l'area dei contestatori interni. 

Sparare contro Iaria potrebbe voler dire sacrificare lei, finita nel mirino delle opposizioni dopo che si ritrovò accanto agli occupanti della Cavallerizza a difenderne istanze e prerogative durante la riunione in prefettura dell'autunno scorso: sindaca Appendino da una parte, vicepresidente del Consiglio dall’altra. Atteggiamento quantomeno incompatibile col ruolo istituzionale rivestito. Quel giorno, accanto a Ferrero, c’era proprio Carretto che già aveva iniziato a entrare in rotta di collisione con Iaria, colpevole sin dal suo insediamento, di aver preso il posto dell’ex vicesindaco Guido Montanari, punto di riferimento in giunta dei dissidenti finché non è stato giubilato dalla sindaca per aver straparlato riguardo al Salone dell’Auto, poi migrato in Lombardia. 

In questo scenario una mozione di sfiducia contro Iaria, vicinissimo ad Appendino, avrebbe potuto portare a un "incidente" anche nella votazione su Viviana Ferrero che invece Carretto e compagni vogliono difendere. Alcuni dei consiglieri più vicini alla prima cittadina (a questa schiera s’iscrivono il presidente della Sala Rossa Francesco Sicari, il suo predecessore Fabio Versaci e il collega Antonio Fornari) lo avrebbero spiegato chiaramente a chi voleva mettere in croce Iaria, così da indurlo a recedere dai suoi propositi per evitare guai peggiori. Dunque oggi la maggioranza salverà Ferrero. Cosa succederà dopo nessuno può saperlo, ma c’è chi è pronto a giurare che l'assessore all'Urbanistica rischierà il Vietnam a ogni provvedimento che porterà in Sala Rossa.

Intanto, a proposito di rappresaglie, la capogruppo Valentina Sganga si è fatta carico della vendetta orchestrata contro Aldo Curatella, l’ultimo ad aver abbandonato la casamatta grillina, in polemica con sindaca e vertici nazionali. Dopo le accuse pubbliche e gli insulti di rito è arrivata, Sganga ha presentato in conferenza dei capigruppo la richiesta di defenestrarlo dalla presidenza della Commissione Smart City. Sarebbe già stato individuato anche l’eventuale sostituto, la new entry Vincenzo Napolitano, tecnico del suono, consigliere comunale da poco più di due mesi.

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