Pd: Orlando, nuova fase, giusto ragionare su come rifondarlo 

Da tempo sosteniamo che a fronte di una fase nuova è necessario ragionare su come rifondare il partito, e questo diventa ancora più urgente nel momento in cui nella società si manifestano movimenti che vanno interpretati e ai quali bisogna dare una risposta". Così il vicesegretario del Pd Andrea Orlando, a margine di un convegno sul riformismo comunitario organizzato al Sermig di Torino, commenta la proposta del segretario Nicola Zingaretti. "Non credo - ha rimarcato Orlando - che ci sia niente di particolarmente nuovo rispetto a quello che abbiamo detto nel corso dei mesi precedenti, ci siamo dati anche delle regole che consentono dei percorsi che partono dalle idee piuttosto che dalla competizione sulle persone. E questo - ha aggiunto - ci consente anche di ragionare sull'esigenza di mettere al centro il pensiero e insieme dobbiamo discutere su come questo processo rifondativo si può realizzare". "Sì all'apertura verso la società - ha aggiunto, interpellato sull'apertura verso nuovi soggetti come le Sardine - siamo un partito che ha avuto un momento di forte crisi nel rapporto con la società, con la società che storicamente il Pd ha rappresentato e con quella che si candida a rappresentare. Questa crisi è stata affrontata, abbiamo avuto alcune iniziali risposte, ma bisogna andare oltre le risposte che siamo riusciti a realizzare fino a qui".

"L'alleanza politica che abbiamo inaugurato in agosto cambia completamente il quadro rispetto anche allo schema precedente, sul quale si e' celebrato l'ultimo congresso, legato a un centrosinistra ancora d'ispirazione tradizionale. Oggi si tratta di costruire un posizionamento che consenta di assorbire parte delle spinte che sono state in questi anni interpretate dal populismo, anche di quel pezzo di populismo col quale ci siamo alleati". Così il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, a margine di un convegno organizzato dal partito a Torino. "Questo perché' - ha rimarcato Orlando -non cambia l'analisi del fenomeno Movimento 5 Stelle. Il M5s ha latenze positive ma è comunque una manifestazione di una spinta antipolitica". "In questo modello di partito - ha aggiunto - credo ci sia spazio per tutti quelli che vogliono dare una risposta alla paura diversa dal populismo, per tutti quelli che ritengono che la risposta alla paura sia la prossimità nei confronti delle situazioni di particolare sofferenza, delle situazioni di particolari difficoltà incontrate da molti lavoratori e molti imprenditori in questo paese".

"L'alleanza con i 5 Stelle si può ripetere in tutte le realtà dove si manifestano le condizioni politiche e programmatiche. Noi abbiamo auspicato una ricognizione a 360 gradi, ma questo significa due cose: da un lato che siamo disponibili e quindi vogliamo discutere, ma anche che non c’è nessun automatismo". Così il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, a margine di un convegno organizzato dal partito a Torino ha risposto a chi gli chiedeva se l'alleanza nazionale del Pd con i pentastellati sia replicabile anche per la guida del capoluogo piemontese.

"Cambiare il nome al Pd non mi pare il punto di partenza ma piuttosto l'esito eventuale di un percorso che sappiamo come inizia ma non possiamo definire come si concluderà. La conclusione sarà anche molto il frutto della capacità che avremo di incontrare e incrociare altri soggetti: se incrociamo altri soggetti va messo tutto in discussione, se invece restiamo più o meno noi il tema non si pone". Così il vicesegretario Pd Andrea Orlando, interpellato a Torino sull'ipotesi di cambiare nome al partito.

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