DIRITTI & ROVESCI

La Lega cerca Bibbiano in Piemonte

Si alza il livello dello scontro sul disegno di legge "Allontanamento Zero" della Regione Piemonte. L'assessore Caucino ormai ne fa una bandiera politica, anche se la questione andrebbe maneggiata con più cura. Insorgono le opposizioni

Manca solo più la maglietta con la scritta “Parliamo di Bibbiano”, indossata a Palazzo Madama da Lucia Borgonzoni. E, comunque, non è una gran consolazione guardando a quello che accade tra piazza Castello e via Alfieri con la Lega sempre più scatenata sulla vicenda degli affidi dei minori al punto da aver concepito una norma per impedire ogni genere di allontanamento dei bambini dalle loro famiglie, tanto da averla battezzata “allontanamenti zero”.

Un brand di cui va orgogliosa l’assessore Chiara Caucino, da settimane impegnata a presentare come una sorta di crociata il suo disegno di legge. Una battaglia identitaria e soprattutto politica (con pur non espliciti riferimenti a quel caso che resta ancora da accertare nelle sue rilevanze giudiziarie) che oggi ha fatto reagire con decisione le minoranze accusando il partito di maggioranza e il suo assessore di “continuare a tenere in ostaggio della surreale propaganda la commissione Sanità” come ha affermato dalla capogruppo del M5s Francesca Frediani e di “evitare qualsiasi confronto”, per usare le parole del numero uno dei Moderati Silvio Magliano.

“Oggi per l'ennesima volta abbiamo assistito all'approccio retorico, ideologico e slegato dalla realtà dell'assessore Caucino – attacca l’esponente dei Cinquestelle  –. Oltre a basarsi su presupposti sbagliati, tale approccio è già stato smontato dalle prime risultanze dell'indagine conoscitiva. In Piemonte, stando ai dati – aggiunge Frediani  – non esiste nè è mai esistito un caso Bibbiano. Semmai le criticità riguardano le poche risorse a disposizione, i carichi di lavoro e le aggressioni sempre più frequenti, come riferito dai soggetti che operano nel settore sentiti di recente in Regione”. Per la consigliera grillina “è inoltre concettualmente sbagliato iniziare a discutere di una legge che dovrebbe recepire i risultati dell'indagine sugli affidi avviata dal centrodestra. Sarebbe corretto attendere gli esiti e solo dopo avviare un'iniziativa legislativa”.

Non meno dura la reazione dei Moderati che con Magliano descrivono “una maggioranza e una giunta che in tema affidi si arroccano, prendendo in considerazione in un primo momento le sole audizioni online. Un atteggiamento sintomatico di un metodo ideologico, votato ad affermare principi e piantare bandierine, e a cercare lo scontro piuttosto che l'interlocuzione”. Anche per l’esponente del partito fondato da Mimmo Portas, “trovare a tutti i costi in Piemonte un caso Bibbiano non è un obbligo, e se le forze al governo della Regione pensano di gestire questa materia con le stesse discutibili modalità usate per il referendum e per l'Autonomia si sbagliano”.

A margine, ma non certo irrilevante di questo clima di tensione, anche il debordare dal suo ruolo istituzionale da parte della Caucino che non ha rinunciato a usare i social per irridere le opposizioni mostrando il luogo deserto davanti a Palazzo Lascaris dov’era stato annunciato un flash mob contro la sua legge, flash mob poi annullato, ma tanto basta all’assessore per sventolare la sua bandiera su un tema che forse richiederebbe toni bassi e non certo da comizio, tra meme e sfottò sui social.

Intanto un risultato, l’iniziativa-bandiera della Lega l’ha già ottenuto: la nascita a Torino di un comitato territoriale per chiedere il ritiro della proposta di legge regionale. Costituito da ordini professionali, associazioni, organizzazioni sindacali, singoli, società civile, il comitato, come si legge in una nota, esprime preoccupazione per la proposta dell’assessore che “'minerebbe, nei fatti, il sistema di eccellenza pubblico regionale”. In particolare, i promotori sottolineano, elencando le principali criticità della proposta, che “non è negando l’esistenza di nuclei familiari in difficoltà che si tutelano i minori”.

L’assessore e il suo partito, con il resto della coalizione, vanno avanti nel solco tracciato in maniera plateale con quegli slogan e quelle sortite in Parlamento e sui social che certo non si confanno a un tema così delicato e complesso – proprio perché di bambini si tratta – e da maneggiare con cura.

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