GRANDI OPERE

Tav, torna in vita l'Osservatorio

Il Governo promette tempi brevi per la nomina del nuovo presidente. Tra le ipotesi il prefetto di Torino o in alternativa un alto dirigente del Ministero dei Trasporti. Il nodo dei fondi per le compensazioni. E Telt riapre il cantiere di Chiomonte

Questione di giorni e il Governo dovrebbe nominare il nuovo presidente dell’Osservatorio per la Tav. Ad annunciarlo è stato oggi il sottosegretario del Mit Salvatore Margiotta, rispondendo a una interrogazione della Lega in commissione Trasporti a Montecitorio. La designazione spetta al premier Giuseppe Conte su indicazione del ministro Paola De Micheli. È l’ultimo tassello che manca per riprendere a pieno regime l’iter per la realizzazione della Torino-Lione e soprattutto per rimettere in moto la macchina per le compensazioni ai comuni valsusini e dell’area metropolitana di Torino; una partita da quasi 100 milioni di euro. Sul nome che sarà indicato da piazzale Porta Pia c’è massimo riserbo, ma secondo fonti autorevoli crescono le quotazioni del prefetto Claudio Palomba. In alternativa potrebbe essere indicato un alto dirigente del Ministero stesso. Di certo non verrà rinnovato l’incarico a Paolo Foietta, considerato il nemico pubblico numero uno dai No Tav e di cui il Movimento 5 stelle locale ha più volte chiesto la testa. Nei nuovi equilibri di governo il suo nome potrebbe essere vissuto come una provocazione dai partner grillini e per questo, pur confermando la prosecuzione dell’opera, il ministro De Micheli si guarda bene dall’affidargli l’incarico, così come rinuncerà, almeno per il momento, a nominare un commissario di governo. Foietta resterà invece a capo della Conferenza intergovernativa.  

Con l’inizio del nuovo anno Telt – la società italo-francese incaricata di bandire le gare e monitorare l’avanzamento dei lavori – riaprirà il cantiere per realizzare le nicchie della galleria della Maddalena, mentre procede l’iter per l’assegnazione dei bandi da quasi 5 miliardi di euro per il tunnel di base (3,6 miliardi sul lato francese e 1 miliardo su quello italiano). Un mega-appalto che sarà assegnato entro la fine del 2021 per partire nell'anno successivo con i lavori del traforo principale.

La comunicazione di Margiotta viene considerata dall'opposizione come un ulteriore slittamento dei tempi per una nomina su cui non c'è ancora una data certa. Per la deputata della Lega Elena Maccanti “il governo sta mettendo a rischio i fondi già stanziati dal Cipe per le opere di compensazione. Ci auguriamo che dalle parole si passi in fretta ai fatti”. Le risorse già a disposizione sono circa 30 milioni, “se poi consideriamo che ci sono altri 60 milioni ancora da definire da parte dell’Osservatorio, il blocco della Tav da parte del Governo sta costando ai Comuni piemontesi circa 100 milioni. Un fatto inaccettabile”. Andrebbe detto, a onor del vero, che la Torino-Lione e le nomine a essa collegate si sono bloccate per oltre un anno quando l’esecutivo era giallo-verde. “La maggioranza dica perché sabato c’erano loro esponenti a chiedere l’amnistia per i condannati della Val Susa” attacca Augusta Montaruli di Fratelli d’Italia.

Sin dal suo insediamento anche il governatore del Piemonte Alberto Cirio ha chiesto al governo un cambio di velocità sulla Tav a partire dall’Osservatorio, rimasto senza testa dal dicembre 2018, quando è scaduto l’incarico di Foietta, salvo poi essere riesumato in chiave regionale da Sergio Chiamparino, ma senza i poteri di prima. Per ovviare all’impasse il presidente della Regione ha costituito un Comitato di pilotaggio che, spiega, “resterà comunque in piedi, anzi nei giorni scorsi ho inviato una lettera al Mit per sollecitare l’indicazione di un suo rappresentante”. Intanto Foietta, che ieri ha incontrato Cirio, fa sapere che il 22 gennaio l’assemblea dell’Osservatorio si riunirà in autoconvocazione, “vedremo se ci sarà da prendere atto di qualche novità”.

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