PALAZZO LASCARIS

"Un magistrato al posto di Rosso"

A un mese dall’arresto del politico, accusato di voto di scambio mafioso, il consigliere Pd Rossi chiede al governatore Cirio un "atto di coraggio": l'istituzione di un assessorato alla Legalità affidato a una figura esterna di alto profilo

“Non si può pensare di rispondere al caso emerso con l’inchiesta che ha portato all’arresto di Roberto Rosso solo con la Commissione legalità. Serve un atto straordinario anche per dimostrare che si ha coraggio di uscire fuori dagli strapuntini dei partiti e si vuole davvero intervenire concretamente, incominciando dal governo della Regione”.

È un sasso nello stagno della maggioranza quello che parte dai banchi del Pd, sia pure sotto forma di una proposta che difficilmente potrà essere accolta. A un mese esatto dall’arresto dell’assessore, accusato di aver comprato voti da personaggi in odore di ‘ndrangheta e tuttora in carcere, è il consigliere dem Domenico Rossi, fondatore a Novara della associazione donciottiana Libera, a incalzare il governatore Alberto Cirio e la maggioranza di centrodestra chiedendo quell’“atto di coraggio” che, poi, si sostanzierebbe nell’istituzione di un assessorato alla Legalità da affidare a un tecnico esterno.

Rossi, lei sostiene che la sola Commissione per la Legalità non basta, però è quella la risposta arrivata già nella seduta dello scorso 23 dicembre da parte di Cirio. Per il Pd cosa servirebbe di più?
“Visto che è un caso che riguarda un assessore, il governo della Regione, sarebbe ingenuo e dico ingenuo per non dire altro che la soluzione politico-amministrativa sia la Commissione per la Legalità che sarà importante, farà un bel lavoro, ma non ha nessun potere di intervento a differenza di quella parlamentare. Dal presidente Cirio e dalla maggioranza ci aspettavamo e ci aspettiamo ancora che riconoscano che quello che è accaduto è un fatto straordinario, ovviamente in senso negativo, e di conseguenza serva un’azione straordinaria”.

Che sarebbe?
“Invece di fare rimpasti di giunta con il bilancino si approfitti del fatto che si è liberato un posto per provare a dare una risposta concreta e fare un ragionamento fuori dagli schemi mettendo in giunta qualcuno, esterno alle forze politiche strettamente intese, che però aiuti a governare il Piemonte con la consapevolezza e la capacità di affrontare questi temi”.

Insomma, proponete un assessorato alla Legalità.
“Si potrebbe parlare di un assessorato alla Legalità e all’anticorruzione. Partiranno i lavori pubblici, serve qualcuno che segua con estrema attenzione i processi anche di controllo e di verifica. Non solo cultura della legalità, compito che può svolgere la Commissione, ma un’azione rispetto all’attività della Regione e soprattutto in vista di grandi lavori di edilizia pubblica”.

Ma per questo c’è già il settore autonomo dell’anticorruzione nell’ambito della struttura dirigenziale della Regione, non basta?
“Il settore risponde a un adempimento normativo, non è una scelta politica. Avere un assessore di comprovata esperienza e che faccia anche da garante è altra cosa”.

È lecito supporre che voi del Pd vorreste in quel posto un magistrato. Non sarebbe una sconfessione della politica, visto che qui si parla di un assessore, non di un dirigente o funzionario?
“Quella di un magistrato è un’ipotesi. Quando chiamarono Raffaele Cantone all’Anac è chiaro che andarono a indicare una figura che garantiva conoscenza e competenza. Poi è evidente che non dev’essere per forza un magistrato, ma anche perché no? Certo non uno che deve avere per forza il bollino di Lega o Fratelli d’Italia. Una persona più libera e con autorevolezza renderebbe un servizio al Piemonte.

C’è però un problema: il numero di assessori esterni è già al completo, qualcuno dovrebbe farsi da parte, oppure modificare la norma. Voi sareste disposti ad appoggiare un’eventuale cambiamento di questa regola?
“È una norma di cui si è discusso anche nella scorsa legislatura ipotizzando di aumentare il numero degli esterni, anche se poi non si è approdato a nulla, ma non è un tabù. Non c’è un pregiudizio, è un tema aperto. Certo, se Cirio lo facesse per accontentare più gente del centrodestra è evidente che non saremmo d’accordo, se invece fosse per far funzionare meglio la Regione e magari aprendo il tema della legalità sarebbe un altro discorso. Detto questo le forze politiche possono anche fare dei passi indietro per il bene del Piemonte. In realtà, ad oggi il quadro è quello in cui Cirio e la maggioranza rispondono al caso Rosso con la Commissione legalità, mentre sul posto rimasto vuoto in giunta Lega e Fratelli d’Italia litigano per darlo a Riccardo Lanzo o a Maurizio Marrone. Basterebbe un atto di coraggio del presidente, superando la logica degli strapuntini in modo da dare una risposta forte e concreta dopo quello che è successo”. 

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