AGRICOLTURA

Aggiungi un posto al tavolo... di Protopapa

Sono 60 gli invitati nel consesso varato dall'assessore regionale sul partenariato agroalimentare. E poi ci sono gli incontri tematici e quelli di filiera. Insomma, di questo passo nelle campagne non resterà più nessuno

C’è un po’ di atavica tradizione contadina e un po’ di Garinei e Giovannini nello spirito che ha guidato l’assessore Marco Protopapa nell’approntare senza risparmio di sedie, come in uso nelle cascine patriarcali di un tempo, il tavolo del partenariato rurale e agroalimentare aggiungendo altro che un posto perché evidentemente gli amici in più sono parecchi.

Assolvendo con scrupolo il compito assegnato alla Regione di “disciplina dei compiti e della composizione dei tavoli” il leghista, pronto a cedere le sue deleghe al vicepresidente e compagno di partito Fabio Carosso ricevendo in cambio Urbanistica e programmazione territoriale nel futuro rimpastino di giunta, non è stato certo avaro nello stilare la lista dei partecipanti. Di sicuro non può imputarsi a Protopapa di avere fatto figlie figliastri, atteggiamento di cui invece era stato accusato, neppur larvatamente, da Coldiretti quando arrivato in corso Stati Uniti aveva chiamato come stretti collaboratori due ex dirigenti di Confagricoltura e Cia, recentemente tornati a casa dopo le intemerate di Roberto Moncalvo, presidente regionale della maggiore sigla associativa del mondo agricolo.

Il Tavolo del partenariato agroalimentare e rurale sarà composto da 60 persone. Roba che se parlassero dieci minuti a testa tutti ci vorrebbero 10 ore solo per il primo giro di tavolo. Ma non è tutto. Come si legge chiaramente nella delibera di definizione del tavolo appena approvata in giunta regionale. Ma non è tutto, poi ci sono le articolazioni (15) del primo tavolo con i tavoli di filiera e un’altra articolazione con i tavoli tematici: qui i componenti vanno da 15 a 25 per ogni tavolo. Insomma, ci sarà più gente attovagliata che in campagna.

Un ecumenismo, quello dell’assessore, certo non passato inosservato così come più d’uno ha posato lo sguardo su quel tavolo che per dimensioni pare una tavolata da festa agreste, facendo i conti di quanto tempo servirebbe se ciascuno dei sessanta partecipanti parlasse anche solo dieci minuti: dieci ore soltanto per un primo giro di interventi. Chissà, forse, i lavori potranno risultare più agevoli e rapidi quando il tavolo verrà scomposto in tanti tavolini, si fa per dire contando ognuno di questi circa una quindicina di partecipanti: si va da quello della filiera del latte bovino a quello dei pascoli e apicoltura, scorrendo un elenco che ne conta ben quindici. Non meno sono gli allegati alla delibera cui si fa riferimento per la designazione dei componenti quello che pare un sinodo dell’agricoltura piemontese nonché per stabilirne le regole.

Un organismo consultivo, cui chiedere pareri (non vincolanti) e osservazioni su provvedimenti che la Regione intenderà assumere: questo, in sostanza, il compito dell’affollata tavolata apparecchiata dall’assessore all’Agricoltura. Materia su cui nei prossimi mesi si giocherà l’importante partita della futura programmazione dei fondi europei. Se, come pressoché certo, nulla cambierà rispetto al passato, per i giocatori che hanno già incominciato a calare le prime carte, basta un tavolino.   

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