POTERI FORTI

Maretta in Camera di Commercio,
Ilotte nel mirino dei "piccoli"

Il presidente costretto a ritirare l'erogazione per il Competence Center di Mirafiori. Commercianti, artigiani e pmi contro lo strapotere della grande industria. La partita del rinnovo dell'ente si intreccia a quella della Compagnia di San Paolo

C’è fermento alla Camera di Commercio di Torino. Segnali di malcontento lanciati qua e là, associazioni datoriali in perenne lotta fra loro che improvvisamente fanno fronte comune, la paura di perdere posizioni (e quattrini) nella competizione per la supremazia che spinge ad alzare i toni. C’è tutto questo negli ultimi movimenti che, quatti quatti, alcuni leader delle categorie più influenti stanno mettendo in atto. Il presidente Vincenzo Ilotte sarà riconfermato? “Questo è tutto da vedere” si lascia sfuggire un autorevole stakeholder del sistema camerale. Il rinnovo del presidente uscente sembrava fino a ieri una pura formalità, invece starebbe incontrando più di un ostacolo, ma si sa un conto è lamentarsi altro è trovare un’alternativa. Questo forse è l’unico elemento a favore di un presidente che in questi anni non ha certo brillato per visione o incidenza, almeno rispetto agli altri poteri cittadini.

Il mal di pancia si è tramutato in aperto dissenso per la prima volta alla fine dello scorso anno quando, nell’ultima giunta, Ilotte è stato costretto dalle organizzazioni cosiddette minori (Cna, Ascom, Confesercenti e Api) a ritirare una corposa variazione di bilancio per assegnare un finanziamento da 4,5 milioni al Competence Center di Mirafiori. In particolare i piccoli lamentano una eccessiva sensibilità del presidente ai desiderata del sistema confindustriale, cioè alla grande industria, rispetto ai piccoli.

Un orientamento che, sempre agli occhi delle organizzazioni minori, troverebbe ulteriore conferma nei due nomi che lo stesso Ilotte avrebbe intenzione di designare per la Compagnia di San Paolo, ovvero la vicepresidente uscente Licia Mattioli e il presidente dell’Unione Inustriale Dario Gallina. Entrambi fanno parte del sistema confindustriale, anzi la Mattioli è impegnata a scalarlo quel sistema, nella difficile corsa per il vertice di viale dell’Astronomia. I due attuali componenti del Consiglio generale, designati da Camera di commercio (Daniele Vaccarino e Fabrizio Cellino) non possono più essere ricandidati e da via Fanti provano a giocare all’asso pigliatutto. Intanto, però, la Camera di commercio rischia di perdere la vicepresidenza in Compagnia che oggi conserva grazie proprio alla Mattioli. Se finora, infatti, il sistema camerale ha sempre giocato di squadra (anche le Camere di Milano e Genova eleggono un proprio rappresentante nel Consiglio Generale), questa volta le manovre di Alberto Cirio, volte a costituire un asse con il collega ligure Giovanni Toti per contare di più in corso Vittorio, potrebbero sfilacciare il fronte capitanato da Ilotte.

Così, in Camera, si gioca la partita sulla Compagnia e non mancano le frizioni a partire da una questione procedurale. Chi dovrà essere a designare i propri rappresentanti? L’attuale giunta, ormai scaduta e in prorogatio in attesa delle nuove elezioni, o la prossima che dovrebbe insediarsi a marzo, quando la Regione avrà completato le procedure burocratiche di prassi? “In assenza di una data è difficile che eventuali competitor escano allo scoperto” ci dice la nostra fonte. Una cosa è certa: se Ilotte vorrà restare in sella dovrà scendere a patti coi rappresentanti dei “piccoli”.

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