INTERVISTA

"Il centrodestra abbassi i toni, senza moderati non si vince"

Il recente voto regionale e le proiezioni sulle comunali torinesi del 2021. L'invito "al futuro" di Crosetto e una stoccata a Salvini: "Occorre dialogare con il centro, non spaventarlo". Essenziale il rapporto con il mondo produttivo e riformista

“Scopo della politica non è massimizzare i voti di un partito, ma avere consenso per cercare di trasformare in realtà le idee, i progetti, le aspettative di molti. Per farlo occorre avere la maggioranza e per averla, da destra come da sinistra, devi dialogare con il centro, non spaventarlo”.

Onorevole Crosetto, a questo suo tweet manca solo il destinatario: citofonare Matteo Salvini.
“No, no. È un invito al futuro”

Il messaggio in bottiglia, Guido Crosetto, ex parlamentare piemontese tra i fondatori di Fratelli d’Italia, spiega che è lanciato nel mare del centrodestra, anche se dopo l’invito a fare più squadra e a condividere di più le future strategie elettorali arrivato da Giorgia Meloni è la strabordante campagna elettorale in Emilia-Romagna con tutti i suoi eccessi, del leader della Lega a lasciare il dubbio che un indirizzo quel tweet ce l’abbia.  

Lei, però assicura che non è rivolto a Salvini.
“Certo. La questione è che il centrodestra senza qualcuno che prenda anche i voti moderati come prima faceva Forza Italia, rischia di non averne abbastanza di voti”.

Un bel problema, come si risolve?
“Serve una gamba moderata”.

Voi di Fratelli d’Italia siete andati bene, per non dire benissimo, ma questo non basta se la questione è non regalare al centrosinistra una buona parte di elettori moderati.
“È vero Fratelli d’Italia ha fatto un ottimo risultato. Sì, siamo andati molto bene”

Sia sincero, Salvini ha sbagliato qualcosa, ha ecceduto spaventando una parte di elettori di centrodestra che hanno preferito votare per Stefano Bonaccini?
“Questo è quello che pare emergere dall’analisi dei flussi. Bisogna porsi il problema del perché un elettore di centrodestra vota Bonaccini. Il tema politico è questo. E questo non significa guardare indietro, ma avanti. Comunque è andata bene così”.

Gli errori di Salvini?
“Salvini ha fatto il suo lavoro, ma lo ha fatto come segretario della Lega. La Meloni ha fatto il suo. È mancata Forza Italia. Perché l’età non consente a Berlusconi un ruolo da protagonista, ma comunque è mancata quella gamba al centrodestra”.

Forza Italia è, diciamo per non infierire, ai minimi storici. Lei è convinto che questo non sia solo un vantaggio per gli altri due partiti, ma un problema per la coalizione. È così?
“La debolezza di Forza Italia allontana il centrodestra dalla possibilità di governare perché lo allontana dalla possibilità di avere una maggioranza solida. E non si può pensare di regalare il centro, che è un’area complessa divisa tra centrodestra e centrosinistra, sempre a quest’ultima parte. Il centrodestra che vuole pensare di poter governare deve coprire il centro, che poi è lo stesso ragionamento che ho sentito fare da Giancarlo Giorgetti”.

Crosetto, non è bello chiederle di parlare di casa d’altri, ma Forza Italia per anni è stata la sua, quindi vede la possibilità di una sorta di rinascita, con un nuovo leader come chiedono molti esponenti di quel partito?
“Forza Italia è troppo una cosa sola con Berlusconi per cui, secondo me, è difficile vedere un recupero. Di un nuovo leader sono anni che ne sento parlare. Io me ne andai dopo che Berlusconi ci aveva negato per l’ennesima volta le primarie, vuol dire che ho smesso di credere in questa possibilità già allora”.

Quindi, nel centrodestra, deve nascere una nuova forza moderata, centrista?
“Credo che qualcuno dovrebbe porsi il problema del centro che è un problema di tutto il centrodestra, non solo di chi deve farla nascere. Serve coprire uno spazio politico più ampio”.

Non può farlo Fratelli d’Italia, così come la Lega, moderando alcune posizioni?
“In parte può farlo FdI in parte lo fa la Lega, ma il centrodestra ha vinto quando aveva tre, quattro gambe, c’era ad esempio l’Udc. Alcuni di quegli elettori sono passati in FdI e alla Lega, ma molti altri no. Ripeto serve una gamba che regga il centrodestra sul centro”.

Servirà al centrodestra, quella gamba moderata, anche a Torino per provare a vincere le comunali del 2021?
“A maggior ragione. Premesso che Torino è più difficile di Bologna, è impensabile un centrodestra che non abbia la capacità di coinvolgere la parte centrista dell’elettorato. Ma non solo quella: anche una parte riformista. Non dobbiamo presentarci come chi non guarda al futuro e non si rapporta con i mondi produttivi e si affida solo agli slogan”.

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